“Se avessi ascoltato quell’idiota di Fauci avremmo avuto 800mila morti”, dice Donald Trump

Il Presidente Donald Trump ha attaccato duramente il virologo Fauci, immunologo membro della task force della Casa Bianca contro il Coronavirus.

Mancano 15 giorni all’Election Day del 3 novembre. E Donald Trump non risparmia affermazioni che, probabilmente, possono non giovargli. “Lui e quegli idioti”, ha esordito ieri durante una telefonata con il suo team elettorale. “Ogni volta che va in televisione c’è sempre una bomba. È un disastro. Ma sarebbe una bomba ancora più grande se lo licenziassi. È lì da 500 anni. Se l’avessimo ascoltato avremmo avuto 700 o 800 mila morti”. Il riferimento è ad Anthony Fauci, popolare virologo a capo del National Institue of Allergy and Infectious Diseases e membro della task force della Casa Bianca contro il Coronavirus.

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La gente è stanca del Covid”, ha insistito al telefono il presidente, rispondendo forse all’intervista di Fauci alla Cbs di qualche giorno fa. Lo scienziato non si è detto sorpreso dal fatto che il presidente abbia contratto il virus, vista la sua partecipazione a grandi assembramenti. Ha poi espresso anche il suo disappunto per l’inserimento di sue parole in uno spot elettorale dedicato alla guarigione di Trump. L’immunologo, infatti, compare in un video di 30 secondi diffuso in Michigan, in cui sembra che elogi la reazione del presidente alla pandemia. In realtà, si trattava soltanto di un estratto di una vecchia intervista di marzo a Fox news.

Successivamente, Donald Trump ha cercato di smorzare le critiche: “Non sono in conflitto con Anthony Fauci, è una brava persona ma è democratico, amico dei Cuomo e abbiamo visioni diverse”, ha spiegato. Poi, ha ribadito che è lui a prendere decisioni e che grazie alle sue azioni in Usa sono state evitate centinaia di migliaia di morti. Fauci, del resto, ha spesso criticato il Presidente per aver minimizzato la pandemia e la gestione del virus non ha certo giovato al repubblicano. Secondo un sondaggio dell’ABC News/ Washington Post di luglio, sei americani su dieci non si fidano di Trump per come ha gestito l’emergenza Coronavirus. Il 64% della popolazione Usa disapprova il lavoro del presidente, a fronte di un 38% che invece lo approva. Nel mese di marzo, l’approvazione era al 51%.

Cosa dicono i sondaggi?

Non è un caso se, ad oggi, i sondaggi non sembrano far ben sperare alla rielezione di Trump. A livello nazionale, il candidato Biden è avanti di oltre dieci punti. Anche a livello dei singoli stati, decisivo per le elezioni, è dato in vantaggio tanto da superare la fatidica soglia dei 270 delegati del collegio elettorale, che permette di diventare presidente. E’ quindi meno probabile che Donald Trump non possa vincere, ma non è impossibile. Già altre volte, i sondaggi avevano dato per perdente il Repubblicano salvo poi doversi ricredere. Secondo le previsioni del FiveThirtyEight, Trump ha circa una possibilità su 10 di recuperare ed essere confermato presidente.

A fronte di sondaggi poco affidabili – quelli americani hanno un margine di errore ampio – alcuni Stati potrebbero cambiare le carte in tavola. A partire dal Texas, che assegna 38 delegati e che non vota Democratico dal 1976, e in cui però secondo certi sondaggi una vittoria di Biden è entro il margine di errore. Ma anche Pennsylvania, Michigan, Minnesota, Wisconsin, Nevada e Arizona sono un punto di domanda, mentre gli altri Stati lasciano meno dubbio.

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