Covid, il professor Palù attacca Crisanti: “È un esperto di zanzare”

Il docente emerito all’Università di Padova si scaglia contro chi procura allarmi tra gli italiani in ottica Covid. E ai giornalisti dice: “Devono saper scegliere chi far parlare, chi intervistare, per evitare di creare psicosi e paura”.

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Giorgio Palù attacca il suo allievo Crisanti – meteoweek.com

Quelli che stiamo vivendo sono di nuovo giorni particolarmente duri per noi italiani. La seconda ondata di Covid-19 si sta concretizzando in maniera molto ampia, con un numero di nuovi casi di contagio che cresce giorno dopo giorno. E non mancano le opere di allarmismo e di paura che alcuni scienziati, intervistati dai vari media, trasmettono ai propri connazionali. A questa ondata altrettanto dannosa sta cercando di opporsi, tra gli altri, Giorgio Palù. Il docente emerito dell’Università di Padova è intervenuto ai microfoni di Tv7 Triveneta e non le ha mandate a dire.

In particolare al professor Andrea Crisanti, considerato uno dei più allarmisti tra i virologi che vengono intervistati in questi giorni difficili. Secondo Palù, è necessario non incutere così tanto timore e terrore agli italiani, già impauriti dai numeri che circolano attraverso i bollettini di Ministero della Salute e Protezione Civile. Anzi, considerando che il Covid è decisamente meno aggressivo rispetto ai primi tempi (lo si vede dall’enorme numero di positivi asintomatici), è necessario secondo Palù fare una migliore informazione in tale ottica.

Crisanti è un mio allievo, nel senso che accademicamente l’ho chiamato io da Londra – ha dichiarato Palù – . Non è un virologo, negli ultimi dieci anni non ha pubblicato niente. È un esperto di zanzare. Una persona che fa questo genere di predizioni, a che titolo lo fa? E su che base? L’unica cosa che ci deve mettere in guardia è l’aumento esponenziale del virus, ma chi ce lo può dire se faremo un lockdown? Casomai faremo dei lockdown ristretti nello spazio-tempo, quando saremo in grado di bloccare singole esplosioni“.

Crisanti messo all’angolo dal suo “maestro” – meteoweek.com

Il docente emerito è poi passato a spiegare come utilizzare in maniera corretta alcuni termini, molto utilizzati in questi mesi. Come “sintomatico” e “contagiato“, quest’ultimo usato spesso in maniera impropria. “Il termine sintomatico è un termine molto chiaro, dimostra una persona che ha dei sintomi. Questi per larga misura sono simili a quelli dell’influenza. Contagioso è un termine improprio, il contagio è qualcosa che si diffonde, ma in maniera visiva. Quando noi parliamo di contagiati, usiamo un termine improprio. Noi dovremmo parlare di soggetti positivi al test“.

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Palù ha anche spiegato che, in ottica Covid, finora si è parlato solo di tamponi molecolari. Ma ben presto, come spiega il docente, ci saranno altri esami possibili per verificare l’eventuale positività: “Noi finora, quando parliamo di test, facciamo riferimento al tampone molecolare. Ma ben presto avremo a che fare con ben altri tipi di test. Come quelli rapidi o quelli salivari“. E poi, ancora una volta, chiarisce agli ascoltatori come valutare i diversi casi di positività: “Ci sono i positivi che contagiano e i positivi che non contagiano. Ma positivo non vuol dire malato. La gente deve comprendere bene questi termini“.

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Il professor Palù chiude il suo intervento, facendo capire che tracciare i positivi senza sintomi potrebbe essere una perdita di tempo. “Il tentativo – si chiede – deve essere quello di bloccare il contagio? Dal punto di vista razionale non ha senso, dal punto di vista scientifico è un obiettivo non perseguibile e non giustificabile. Dal punto di vista pratico, con gli attuali tamponi e con i tempi medi di risposta, non ha un impatto su un’infezione – conclude il docente – che ha un tempo decisamente ridotto di incubazione“.

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