Decreto Ristori: chi vi può accedere, cosa prevede e i contributi a fondo perduto

Il Decreto Ristori mette 5 miliardi di euro a disposizione delle categorie danneggiate dalle misure dell’ultimo Dpcm. Vi possono accedere ristoratori e titolari di palestre e piscine, con contributi fino a un massimo di 150mila euro.

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Conte e Gualtieri hanno esposto i dettagli del Decreto Ristori – meteoweek.com

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera, nel pomeriggio odierno, al tanto atteso Decreto Ristori. Si tratta di una misura che consentirà un po’ di respiro alle categorie messe in ginocchio dall’ultimo Dpcm, annunciato domenica scorsa. L’annuncio è stato dato anche in questo caso dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Le sue prime parole hanno fatto capire quello che è il grande impegno del Governo in tal senso: “Io ho firmato il Dpcm, all’una di notte circa, solo quando siamo stati sicuri che queste risorse c’erano. Il provvedimento vale complessivamente oltre 5 miliardi“.

Decreto Ristori, come si calcola

Ma in cosa consiste questo Decreto Ristori? Partiamo dal pezzo forte di questo provvedimento, ovvero i contributi a fondo perduto. Questi, in base a quando ha detto il ministro dell’economia Gualtieri, arriveranno in tempi record entro il 15 novembre. Il tema è saltato fuori nel corso dell’incontro con le categorie colpite dell’ultimo Dpcm. Si tratta di un fondo destinato ai settori che sono costretti a ridurre l’orario di attività, oppure a cessarla del tutto. C’è un legame con il Decreto Rilancio e con gli aiuti forniti dal Governo durante il mese di aprile.

Per alcuni settori il coefficiente sarà 1, per i ristoranti 1,5 e per altri settori si potrà arrivare a due. Pertanto si tratta di un ristoro doppio rispetto a quanto è stato elargito grazie al Decreto Rilancio. Non ci saranno limiti di fatturato per chi chiederà di avere accesso a questo contributo a fondo perduto. Questo benefit avrà un valore massimo di 150mila euro. Saranno esclusi da questo ristoro coloro i quali hanno attivato la partita Iva dopo il 25 ottobre o chi ha cessato l’attività prima di tale data, mentre chi non ha richiesto l’aiuto con il Decreto Rilancio dovrà presentare una domanda apposita.

Le quote di questo contributo saranno differenziate in base al settore economico in cui si opera, che si potrà individuare in base ai codici Ateco. Il contributo per chi ha già avuto accesso al bonus del decreto Rilancio sarà “corrisposto dall’Agenzia delle entrate mediante accreditamento diretto sul conto corrente bancario o postale sul quale è stato erogato il precedente contributo“, come ha rivelato Gualtieri. Questo contributo sarà calcolato dal canale web dell’Agenzia delle Entrate, sulla base degli stessi parametri utilizzati per il Decreto Rilancio.

Chi avrà ricorso al Decreto Ristoro

Abbiamo già parlato del denaro che verrà elargito ai gestori dei locali di ristorazione. Ma ci saranno tante altre categoria che potranno usufruire dei contributi derivanti dal Decreto Ristori. Partiamo dall’erogazione di un’indennità pari a 800 euroin favore dei lavoratori impiegati con rapporti di collaborazione presso il Coni, il Comitato Italiano Paralimpico, le federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate, gli enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni e dal Cip, le società e associazioni sportive dilettantistiche“.

Inoltre verrà istituito il “Fondo per il sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche e delle società sportive dilettantistiche“. Il limite previsto per il 2020 è di 50 milioni di euro, che serviranno per adottare misure di sostegno e ripresa delle associazioni e società sportive dilettantistiche. Queste vengono penalizzate dalla stesura dell’ultimo Dpcm, in quanto l’attività sportiva non professionistica viene fermata almeno fino al prossimo 24 novembre.

I ristoranti sono tra i più colpiti dal nuovo Dpcm – meteoweek.com

È previsto dal decreto anche un rimborso, sotto forma di voucher per gli spettacoli dal vivo previsti nel periodo di validità dell’ultimo Dpcm. Quest’ultimo, infatti, prevede la chiusura dei teatri e delle sale da concerto. La misura vale anche per i titoli acquistati dal 1° al 24 ottobre e non fruiti e anche per quelli non fruibili fino al 31 gennaio 2021. Il Decreto Ristori prevede anche un fondo da 400 milioni di euro per le fiere internazionali cancellate. A questo si aggiungono anche 2,6 miliardi destinati alla cassa integrazione per i dipendenti delle attività danneggiate dall’ultimo Dpcm.

Il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha parlato anche di palestre, teatri e cinema. Tutti settori danneggiati in quanto chiuso dopo la stesura dell’ultimo decreto del Consiglio dei Ministri. Per questi settori, l’importo del contributo previsto dal Decreto Ristori verrà raddoppiato. E poi ha parlato anche di ristorazione, un settore che ridurrà drasticamente l’orario di attività: “Molti ristoranti sono aperti solo la sera, perdono molto più di metà del loro introito, anche per questi dopo il confronto con le categorie abbiamo deciso di applicare il coefficiente del 200%. Il 150% andrà a bar pasticcerie, gelaterie“.

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Arriveranno anche 400 milioni in più a sostegno degli operatori turistici, delle agenzie di viaggio e dei tour operatori, con tanto di guide e accompagnatori turistici. A questi se ne aggiungono altri 100 che andranno al Fondo per le emergenze delle imprese e delle istituzioni culturali. Queste risorse serviranno per riparare le perdite subite dal settore, soprattutto in merito all’organizzazione di fiere e congressi. Verrà lanciato anche un servizio nazionale per il contact tracing. Un servizio di risposta telefonica alle persone positive o a chi ha avuto contatti con essi.

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Si passa poi ai contributi in favore dei tassisti e dei titolari di noleggio con conducente. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli le ha annunciate, facendo capire che il sostegno per la categoria è forte. Tuttavia, i sindacati dei taxi continuano a protestare, tanto che è avvenuta una manifestazione a Roma. “Le misure deliberate – spiegano le sigle sindacali – oggi dal governo a favore dei tassisti non sono sufficienti, anche se si tratta di un primo timido segnale positivo. Per questo motivo confermiamo lo sciopero del settore programmato per il 6 novembre a Roma“.

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