Marco Minniti: “La democrazia così non tiene. Serve più dialogo con le opposizioni”

L’ex Ministro dell’Interno Marco Minniti ha affidato le sue riflessioni sull’attuale crisi pandemica in un’intervista a SkyTg24.

“Deve essere compito della maggioranza e interesse del governo coinvolgere le opposizioni. Penso che questo vada istituzionalizzato con un tavolo istituzionale per una forma di collaborazione rafforzata nel rispetto dei ruoli”. Sono le parole, forse le più dure, arrivate dall’ex Ministro dell’Interno Marco Minniti, intervistato a SkyTg24, rivolte a Palazzo Chigi. L’invito è quello di evitare tanti Decreti che si susseguono a raffica ormai dall’inizio della pandemia; piuttosto, consiglia Minniti, ne servirebbe uno per istituzionalizzare il tavolo di confronto con le opposizioni. Secondo l’ex ministro dell’Interno, infatti, sarebbe auspicabile un maggiore dialogo tra maggioranza e opposizione per salvaguardare la tenuta della democrazia.

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“Abbiamo bisogno di una coesione istituzionale. Non vuol dire non rispettare i ruoli di maggioranza e opposizione, ma è fondamentale collaborare, anche superando le resistenze e le pigrizie dell’opposizione”, prosegue il politico. Il problema di base, infatti, che va ben oltre la crisi pandemica e sanitaria in seguito al Coronavirus, è la tenuta della democrazia. E’ quella che deve essere preservata, perché un’ emergenza può mettere in crisi i valori delle strutture democratiche, spingendo le persone a non averne più fiducia e a ricercare soluzioni in vie alternative.

“La violenza? Un sentiero non valicabile”

E a proposito delle manifestazioni di questi giorni, Minniti ha affermato il valore della protesta, legittima; e il mancato valore della violenza, un sentiero che non può essere percorso, non valicabile e che deve essere combattuto. “Se una persona manifesta per le sue idee, la democrazia la accompagna. Se qualcuno sfonda le vetrine di un negozio e si impossessa dei capi di quella vetrina questo si chiama furto con scasso e va perseguito”, prosegue. Tuttavia, gesti violenti in una situazione di emergenza estrema hanno un intento eversivo, una connotazione sociale. Poi, ipotizza: “Presumo che ci sia una regia in queste violenze. Non è detto che sia una regia di carattere nazionale, ognuno si muove con i suoi addentellati locali”. Quindi, chi promuove le manifestazioni deve stare attento a non farsi strumentalizzare; ma lo Stato deve sviluppare un’attività preventiva per dialogare e ascoltare con coloro. E, cosa non meno importante, c’è urgenza di risposte.

“Un sostegno economico, subito”

Serve ora più che mai un segnale molto forte di coesione sociale, un immediato ristoro economico a coloro che vedono compromesse le loro attività: “Nel momento in cui si chiedono sacrifici è decisivo che la risposta sia immediata e tempestiva. Non possiamo permetterci di perderci nei meandri delle burocrazie, è fondamentale per mantenere il rapporto di fiducia che serve in una democrazia”, ha proseguito. E, quanto all’ipotesi di un nuovo lockdown a carattere nazionale, l’ex Ministro si dice preoccupato. Potrebbe però essere l’unica misura necessaria per arginare e contrastare la pandemia.

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