Giuseppe Conte: “Mai detto che siamo fuori dal pericolo. Aumento della curva subdolo e repentino”

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha riferito questa mattina in Parlamento sul decreto in vigore da lunedì 26 ottobre, con le nuove misure per fermare il contagio. Alle 12.30, il secondo intervento al Senato. 

“Non abbiamo mai affermato di essere fuori dal pericolo e da una condizione di necessaria allerta. I dati sono preoccupanti, il tracciamento è complesso”. Lo ha ribadito Giuseppe Conte nel suo intervento di questa mattina alla Camera durante il quale ha riferito sull’ultimo Dpcm con le misure anticontagio. Conte è apparso preoccupato dai dati delle ultime settimane – ieri nuovo picco, con più di 24mila nuovi casi – che indicano una rapida crescita del contagio. La difficoltà sta nel tracciamento, un sistema che sembra ormai essere saltato anche a detta dei virologi. Per questo motivo, ha spiegato il Presidente del Consiglio, si è reso necessario ricorrere a nuove misure per cercare di arrestare la curva dei contagi. “Le misure adottate si pongono in continuità sul piano di metodo e di merito. Ci siamo attenuti a evidenze scientifiche, che ci hanno consentito di compiere solide valutazioni prognostiche“, ha spiegato Conte che pone poi il punto su un nuovo scenario: “Stiamo vivendo una situazione di tipo 3, con rapidità di progressione maggiore in alcune regioni”, ha aggiunto.

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La preoccupazione maggiora a Palazzo Chigi riguarda la forte pressione sul Sistema Sanitario Nazionale che potrebbe crollare da un momento all’altro a causa dell’aggravarsi del quadro epidemiologico. L’impennata della curva è infatti “subdola e repentina” – per usare le parole di Conte – e proprio per questo le misure messe in campo hanno l’obiettivo di “mitigare e raffreddare” l’andamento della pandemia. Richiamando alla necessità di restare uniti e di mettere da parte i propri interessi nel nome di un più generale interesse nazionale – invito arrivato anche dal Ministro degli esteri Luigi Di Maio – Conte ha ribadito che la scelta di sospendere o ridurre le attività in alcuni settori non deriva dal mancato rispetto di misure di sicurezza, che sono state adottate anche a prezzo di sacrifici, quanto piuttosto “all’esigenza di ridurre un contagio diffuso e esponenziale, riducendo le occasioni di socialità specie in quei contesti in cui è più facile che venga abbassata la guardia”.

“Chiudere i cinema? Tra le scelte più dolorose”

Necessario, quindi, diradare i contatti sociali e, forse rispondendo alle polemiche di questi giorni, il Presidente del Consiglio ha ribadito che lo stop ai cinema, ai teatri, agli spettacoli è stata una scelta tra le più dolorose, ma necessarie. “I protagonisti del mondo dello spettacolo stanno affrontando, ormai da molti mesi, enormi difficoltà. Purtroppo gli stessi protocolli di sicurezza hanno limitato la presenza del pubblico, contribuendo al depauperamento del settore”, ha detto il Premier. Ma non si poteva fare altrimenti. Ad appoggiare le scelte di Palazzo Chigi, tra l’altro, c’è anche il Comitato tecnico scientifico che, dopo aver analizzato la bozza del nuovo Dpcm, ne ha condiviso i provvedimenti.

Spazio anche a una riflessione sull’Europa: “Nell’ottica di condivisione, questo pomeriggio si farà un punto sulla situazione sanitaria in video conferenza con gli altri Stati di capo e di governo Ue e in questa occasione Ue Ursula von der Leyen illustrerà il pacchetto di risposte europee alla pandemia Covid”, con attenzione particolare ai test e ai vaccini anti-Covid. Atteso per le 12.30 il secondo intervento in Senato.

 

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