“Tutti esperti, poi i pazienti li curiamo noi”: il dottor Grio contro i negazionisti

A coloro che diffondono fake news attraverso foto di ospedali vuoti risponde il dottor Michele Grio, direttore di struttura complessa di Anestesia e Rianimazione all’ospedale di Rivoli, in provincia di Torino: “Io e tutti gli operatori sanitari siamo stanchi di doverci giustificare su quello che facciamo tutti i giorni, come se facessimo parte di un complotto”, dice a Tagadà su La7.

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Sono tante le fake news che stanno intasando la home di Facebook in questi giorni, tante le immagini e i video pretestuosi. Si mostrano ospedali vuoti, scorci di qualche angolo abbandonato o di reparti non-Covid, semplici sale d’aspetto per i parenti, tralasciando gli appelli di operatori sanitari che denunciano Pronto soccorso al collasso, il terrore di doversi confrontare, nuovamente, con quanto vissuto durante il primo lockdown, quando queste persone venivano applaudite e chiamate “eroi”. Ora gli ospedali sono di nuovo sotto stress, ma questa volta è diverso: nuove e vecchie teorie sono entrate con più forza all’interno del dibattito pubblico, sostengono che l’emergenza Covid sia tutta una costruzione mediatica. Una teoria già presente durante la prima ondata ma che ora può insinuarsi più facilmente, fosse anche solo per stanchezza. Verrebbe allora da pensare che gli applausi ai medici durante la prima ondata non fossero una vera manifestazione di rispetto, ma sentimentalismo a scadenza breve. E dall’interno degli ospedali, c’è chi inizia a rispondere a tono.

“Sono tutti esperti, tutti bravi, poi i pazienti li trattiamo noi”

A rispondere ci pensa il dottor Michele Grio, direttore di struttura complessa di Anestesia e Rianimazione all’ospedale di Rivoli, in provincia di Torino, che intervistato su Tagadà, su La7, afferma: “Io e tutti gli operatori sanitari siamo stanchi di doverci giustificare per quello che facciamo tutti i giorni, come se facessimo parte di un complotto. In realtà tutte le sere decidiamo se tornare a casa dalle nostre famiglie e cerchiamo di capire se siamo un pericolo o meno per i nostri cari”. Poi, su come sia cambiato l’atteggiamento generale nei confronti dell’emergenza coronavirus, Grio afferma: “Noi non abbiamo mai detto di essere eroi. Ora è cambiata la percezione del problema, non c’è più l’effetto sorpresa e c’è più rabbia, parla chiunque, sono tutti esperti, tutti bravi, poi i pazienti li trattiamo noi”.


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I Covid tour guidati

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Da Facebook: foto del reparto di rianimazione di Rivoli postata dal dottor Michele Grio

Lo scorso 25 ottobre una manifestante no-mask di Torino lancia la falsa accusa: le ambulanze si muovono a vuoto solo per fare terrorismo psicologico. Da lì, uno sciame di video e immagini pretestuose, colte da avventori di fortuna all’interno degli ospedali, senza una minima conoscenza dell’organizzazione interna delle strutture. Viene creato un gruppo Facebook apposito, aperto il giorno dopo la sparata della donna, che al momento conta quasi 4mila iscritti. Nella descrizione si legge: “Siamo in questo gruppo per creare un ambiente funzionale a smascherare le fakenews dei giornali ‘di stato'”. A quel punto il post ironico e provocatorio del dottor Grio: “La TourinGrio organizza da domani tour guidati in Rianimazione e nei reparti Covid”. Così il dottore attraverso l’ironia cerca di spezzare l’ondata di fake news che non solo risulta pericolosa, ma rappresenta ulteriore motivo di stress per operatori sanitari e medici. “No no, è tutto vuoto, ho fatto sdraiare i miei medici ed i miei infermieri giusto per fare le foto, le buste le indossiamo per la cellulite. Non dormiamo perché ormai siamo avanti con l’età e passiamo le giornate seduti mangiando e bevendo”. E poi ancora: “Sarà per me un piacere farvi personalmente da guida e condurvi in un piacevolissimo viaggio in quello che per noi è un girone dantesco, ma per voi giustamente è esagerato”.

“Io, dottoressa ricoverata per Covid, accusata dai negazionisti”

Significativa anche la testimonianza di Adele di Costanzo, dottoressa di 27 anni che vive e lavora a Vicenza nelle Usca (Unità speciali contatti assistenziali). Il negazionismo sta avendo effetti diretti sulla vita di medici e infermieri, ribadisce la dottoressa, anche a livello morale: “L’accusa più pesante che ci dicono è che noi non salviamo persone, le roviniamo”. In un post aveva raccontato la sua storia: “Due settimane fa sono stata ricoverata per Covid. Sono quindi passata dall’altro lato. Alla faccia che il Covid non colpisce i giovani e sono tutti asintomatici. Mi hanno attaccato i negazionisti, quelli che dicono che son tutte bugie, che il virus è stato creato ad arte. Sono amareggiata. Ancora è incredibile come esistano negazionisti, persone che sono passate da ‘medici eroi’ a danneggiare 70 auto di medici ed infermieri davanti agli ospedali”.


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Torna alla mente quanto affermato, con un filo di cinismo, dalla cancelliera Angela Merkel durante l’incontro in videoconferenza dei leader Ue: “Arrivati a questo punto le chiusure sono l’unica scelta: avremmo dovuto agire prima, ma per i cittadini non sarebbe stato facile accettarlo. Hanno bisogno di vedere i letti degli ospedali pieni…”.

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