Covid-19 Vaccines Tracker: a che punto è la produzione dei vaccini?

Nasce lo strumento Covid-19 Vaccines Tracker, promosso dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e basato sui dati monitorati dal progetto FasterCures del Milken Insitute. Sono controllo i progressi ottenuti dai candati vaccini contro il Covid-19.

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Covid-19 Vaccines Tracker: a che punto è la produzione di vaccini? – foto di repertorio

Si fanno sempre più accese le speranze in merito al lancio sul mercato di un vaccino contro il Covid-19 entro i prossimi mesi. Un grandissimo ingranaggio si sta muovendo a livello mondiale fin da quando la pandemia ha mostrato gli effetti di tutta la sua violenza. Ricercatori di tutto il mondo sono impegnati in prima linea per sviluppare le dosi funzionali contro il nuovo coronavirus, e al momento sarebbero oltre 170 i vaccini candidati monitorati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Cerchiamo di capire a che punto è la ricerca e il progresso dei lavori.

Dalla fase preclinica all’approvazione del vaccino

Come spiegato esaustivamente in un articolo del The Guardian, i vaccini normalmente richiedono diversi anni di test, così come del tempo aggiuntivo per essere prodotti su larga scala. Data la situazione attuale, però, gli scienziati sperano di riuscire a rendere pronto all’uso un vaccino contro il coronavirus entro i prossimi 12-18 mesi al massimo.

Sono 213 le sperimentazioni attive al momento, e coinvolgono team e laboratori di ricerca distribuiti in tutto il mondo. A dare conferma di questi dati sono stati gli esperti del FasterCures del Milken Institute. E proprio ieri, lunedì 9 novembre, è pervenuto l’annuncio del presidente della Pfizer, Albert Bourla: il vaccino anti-Covid, sviluppato dalla Pfizer e dalla BioNTech, sarebbe risultato efficace nel prevenire il 90% delle infezioni durante la III fase di sperimentazione.

Ma come funziona il percorso che porta le dosi dalla sperimentazione all’effettivo lancio sul mercato? Parlando in “parole povere”, i vaccini imitano il virus – o anche solo parte di questo – da cui proteggono, stimolando il sistema immunitario a sviluppare degli anticorpi in grado di combatterlo. Per questo motivo devono seguire degli standard di sicurezza più elevati rispetto ad altri farmaci presenti in commercio, soprattutto perché lo scopo sarà quello di somministrarli a milioni di persone sane.

Un buona sostanza, il protocollo di sperimentazione di un vaccino si articola attraverso varie fasi. Anzitutto, vi è la fase preclinica, durante la quale viene testata la risposta immunitaria su organismi viventi complessi (cavie animali). Soltanto dopo il superamento di questa fase può avere inizio la vera e propria sperimentazione clinica sull’uomo.

Esistono allora tre fasi cliniche di sperimentazione umana. La fase I consiste nella prima somministrazione del vaccino su un numero ridotto di soggetti volontari, e serve per valutare la tollerabilità e la sicurezza del prodotto. Nella fase II – se la precendente ha registrato dati positivi – il vaccino viene somministrato a un numero maggiore di pazienti, così da poter valutare la risposta immunitaria prodotta dall’organismo, la tollerabilità, i margini di sicurezza e da poter definire le dosi e i protocolli di somministrazione più adeguati. Infine, con la fase III – sempre se la precedente ha registrato dati positivi – si può procedere alla somministrazione delle dosi a un numero elevato di persone, così da poter valutare la reale funzione preventiva del vaccino. Soltanto se tutte le fasi, dalla preclinica alla fase clinica III, danno esito positivo, il prodotto può essere infine registrato, autorizzato, e messo in produzione su larga scala.

Tutti i vaccini in Fase III

Covid-19 Vaccines Tracker - foto via New York Times
Covid-19 Vaccines Tracker – foto via New York Times

Con più di 200 vaccini in fase sperimentazione, però, soltanto un gruppo di undici è arrivato alla fase III. Tra questi, oltre a quello nato dalla collaborazione tra americana Pfizer e la biotech tedesca BioNTech annunciato ieri, si contano quello di University of Oxford/AstraZeneca, di Wuhan Institute of Biological Products/Sinopharm, del Gamaleya Research Institute, di CanSino Biologics Inc./Beijing Institute of Biotechnology, di Beijing Institute of Biological Products/Sinopharm, di Moderna/NIAID. E ancora, quello della Sinovac, della Janssen Pharmaceutical Companies e della collaborazione tra University of Melbourne/Murdoch Children’s Research Institute.

Un gruppetto di vaccini che, dall’America all’Europa, dalla Russia all’Asia, sono in lista per poter essere presto autorizzati alla produzione mondiale e alla somministrazione quanto prima possibile sui pazienti.


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Il più recente ad essere approdato in fase III, è però quello prodotto dalla società americana Novavax, che ha annunciato a fine settembre l’avvio dell’ultima fase clinica su una fetta più nutrita di pazienti. Gli studi sono stati avviati da un team di ricerca nel Regno Unito, ma durante questo mese le fasi pratiche di sperimentazione dovrebbero partire anche negli Stati Uniti.


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Nonostante la Novavax sia indietro di diversi mesi rispetto alle altre aziende concorrenti, gli esperti hanno spiegato che il vaccino in prodouzione sia in realtà uno dei più promettenti per il contrasto al Coronavirus. A parlarne è stato soprattutto il quotidiano americano The New York Times, tanto che in un recente articolo è stato spiegato come il prodotto sviluppato dalla Novavax abbia dimostrato una forte protezione nei test sulle scimmie. A confermare poi l’efficacia sui test sull’uomo, invece, sarebbe stato il New England Journal of Medicine.

Ad ogni modo, la speranza è che possa attuarsi la previsione già sottolineata diversi giorni fa dal premier Conte in più occasioni: e cioé che già entro la fine di questo 2020, le prime dosi del vaccino prodotto dalla collaborazione tra Oxford e Astra Zeneca possano essere somministrate alla fetta di popolazione più a rischio. Altrimenti, non ci resta che aspettare ancora qualche mese.

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