Coronavirus a Roma, Lorenzin: “Al parco tutti senza mascherina” [VIDEO]

Dopo l’esperienza con il coronavirus, la deputata Beatrice Lorenzin racconta preoccupata di vedere spesso persone senza mascherina. 

Beatrice Lorenzin al parco senza mascherina

Al parco i genitori tengono la mascherina abbassata. Lo ha raccontato la deputata del Partito democratico, Beatrice Lorenzin, in collegamento con la trasmissione Omnibus, su La7. L’ex ministra della Salute ha riportato un’esperienza vissuta proprio ieri, martedì 10 novembre.

Al parco tutti senza mascherina

“Io racconto la mia esperienza personale: ieri pomeriggio vado a fare la spesa al supermercato, davanti a un parco giochi per bambini, c’erano tutti i genitori con la mascherina abbassata che stavano lì, insieme, con i bambini. I bambini con la mascherina saranno stati 4 o 5 , e questo purtroppo in un virus che funziona con effetto aerosol, è drammatico”, ha detto la dem.

La preoccupazione di Lorenzin

E ha sottolineato: “Quello che è successo nel weekend, non è successo solo nel weekend. Ancora questa consapevolezza piena del fatto che, anche se faticoso e difficile, bisogna mantenere determinate misure, non c’è”. La preoccupata testimonianza dell’ex ministra arriva dopo che lei stessa ha contratto il coronavirus, come era stato diffuso all’inizio di ottobre.

L’importanza della mascherina

Il racconto di Lorenzin potrebbe sembrare esagerato, o poco verosimile, per le persone che abitano a Roma e che per le strade vedono la stragrande maggioranza dei cittadini rispettosa delle regole. Eppure con queste parole la deputata ha descritto la situazione di un parco della Capitale. E se accadesse in altri luoghi sarebbe davvero “drammatico”, come lei stessa ha detto.

La situazione del coronavirus nel Lazio

Soprattutto in questi giorni in cui sembra che le misure restrittive varate dall’esecutivo con l’ultimo Dpcm anti-Covid non siano sufficienti e che il Governo stia studiando nuove misure restrittive. E in particolare nel Lazio, dove nel giro di 24 ore i nuovi contagiati sono stati 455, i decessi sono cresciuti di 20 unità, i ricoveri di 24 e i posti occupati nelle terapie intensive di 20.

Le indagini epidemiologiche

“Noi – ha detto ancora Lorenzin – dobbiamo basarci sui parametri che sono i parametri scientifici che abbiamo. Adesso la dottoressa Vitale (Giovanna, giornalista, ndr) in trasmissione stava dicendo che i 21 parametri sono troppo complessi per la valutazione di questa fase, in particolare perché c’è tutto questo dubbio sull’accortezza dei dati. L’epidemiologia è una scienza abbastanza esatta, perché va su simulazioni matematiche“.

La curva del virus è esponenziale

La deputata ha poi fatto un esempio sull’andamento del virus nell’ultimo mese, che è partito da 10 mila casi fino ad arrivare ai 60 mila nuovi contagi giornalieri. Stando alle indagini epidemiologiche effettuate sui dati, al momento il virus ha un andamento settimanale esponenziale, questi sono dati matematici su cui tu puoi fare delle simulazioni. Ovviamente devi avere i dati corretti”, ha sottolineato Lorenzin.

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L’allerta negli ospedali

In questo momento la massima allerta deve essere riservata alla situazione degli ospedali, ha detto ancora la dem. Perché “quello che vediamo con tantissimo allarme è il riempimento delle terapie, non solo intensive ma subintensive. Quindi questo ti fa mandare in tilt il sistema ospedaliero. Un collasso sanitario già avvenuto nei mesi di marzo e aprile, che l’Italia non si può più permettere.

La divisione dell’Italia in zone di rischio

Che fare dunque? Per Lorenzin, il sistema della divisione per aree di rischio è quello vincente. “Allora io sono stata una favorevolissima alla divisione per aree e per colori. Nel senso che noi dobbiamo avere un modello che ci permetta di gestire la curva, in equilibrio anche con la vita sociale e con la vita economica del Paese. Quindi chiudere e restringere quando è necessario, riallargare quando è possibile. Questo è un metodo che può funzionare in una gestione di medio o lungo periodo del virus”, ha dichiarato.

L’eventuale lockdown

Ma non è detto che funzioni, quindi il lockdown generalizzato o una chiusura più rigida rispetto a quella attuale non è più esclusa come si considerava fino a un mese fa. “È evidente però che se le misure messe in campo non funzionano perché non vengono rispettate, perché c’è bisogno di maturazione, bisogna allora – e questo deve essere anche compreso dalla popolazione – prendere delle decisioni in base a come si evolvono gli eventi, ha concluso l’ex ministra della Salute.

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