“La medicina territoriale? Non siamo stati ascoltati!” [VIDEO]

La medicina del territorio poteva essere un baluardo contro la pandemia: poco strutturata a marzo, non è stata potenziata. Ne abbiamo parlato con Francesca Perri, medico del 118.

Francesca Perri è un medico del 118 che ha vissuto – e sta vivendo – in prima linea la guerra contro la pandemia di Covid 19 in Italia. Fin dai primi giorni, lei come tanti altri suoi colleghi, si rese conto della particolarità di questo virus, e che il modo migliore per combatterlo e combatterne i drammatici sintomi era quello di intervenire subito. Evitare il peggioramento del paziente e minimizzare dunque la pressione sugli ospedali. Insieme ad un gruppo di medici firmò addirittura una lettera aperta, inviandola al Ministero della Sanità e ai presidenti delle regioni. Nel documento si richiedeva il potenziamento dei presidi di medicina territoriale come strumento di gestione immediata dei casi di Covid 19.

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L’appello fu solo parzialmente accolto con l’istituzione delle Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale). Una attuazione definita dalla stessa dottoressa Perri “a macchia di leopardo”: 21 regioni, 21 sistemi sanitari diversi e – come abbiamo visto – una difficoltà di coordinamento a livello nazionale le cui conseguenze sono purtroppo ormai chiare ed evidenti a tutti gli italiani. Nel servizio video l’intervista.

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