Geco, identificato il writer più ricercato d’Europa. E la Raggi festeggia
Virginia Raggi ha esultato dopo l’identificazione da parte degli agenti di Geco, uno dei writer più famosi e ricercati d’Europa.
Facciamo un passo indietro. Nella notte tra sabato e domenica gli agenti nel Nad – il Nucleo Ambiente e Decoro della Polizia di Roma Capitale – hanno denunciato Lorenzo Perris, 28 anni detto Geco, uno dei writer più “ricercati” d’Italia e d’Europa. In seguito ad una perquisizione in un appartamento del quartiere San Lorenzo, dove il ragazzo vive, gli uomini della Polizia locale hanno sequestrato il computer, il telefono cellulare e altro materiale utile all’indagine. Materiale che dovrebbe essere utile per poter risalire all’identità dell’autore di una lunga serie di “atti vandalici”. Parliamo di graffiti, adesivi e tag a suo nome, sparsi su muri e palazzi non solo in Italia ma anche in Portogallo, a Lisbona. Geco si definisce “bombing“: senza dimora, lascia segni per la città.
I suoi si chiamano “heaven spot” e prendono di mira gli angoli più in vista dei palazzi. Quelli che sono al contempo anche i più rischiosi. Insomma, sia dagli agenti che dai fan, Geco è ricercatissimo ma, in seguito a diverse ricerche, il 30enne è stato identificato e denunciato.
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“Centinaia di bombolette spray, migliaia di adesivi, funi, estintori, corde, lucchetti, sei telefoni cellulari, computer, pennelli, rulli e secchi di vernice. Si tratta del materiale che il Nucleo Ambiente e Decoro della nostra Polizia Locale ha sequestrato al writer romano noto come “Geco” che avevamo già denunciato per aver deturpato diversi edifici della nostra città”, ha scritto su Facebook la Sindaca Virginia Raggi. Come si trattasse di un pentito di mafia, ha proseguito: “Era considerato imprendibile, ma ora Geco è stato identificato e denunciato. Ha imbrattato centinaia di muri e palazzi a Roma e in altre città europee, che vanno ripuliti con i soldi dei cittadini. Una storia non più tollerabile”.
Non è tra l’altro un mistero che il decoro urbano sia sempre stata una priorità di Virginia Raggi. Eppure forse la pentastellata ha usato un po’ troppa enfasi per annunciare l’identificazione non di un pericoloso criminale, né di un mafioso. Così come, forse fuori luogo, l’aver mostrato non armi, non droga, ma sticker e bombolette.