Covid: un virus con “preferenze razziali”

Secondo un recentissimo studio britannico, basato su un campione di 18 milioni di persone, gli uomini di colore hanno maggiori rischi di contrarre il virus.

Difatti, lo studio è stato svoto sui tre ceppi, rivelando che non sono le questioni genetiche a facilitare la diffusione dell’infezione in una etnia nel particolare. Dunque la constatazione fatta è la seguente che le persone di colore hanno «il doppio delle possibilità» di contrarre il Covid rispetto ai bianchi, gli asiatici hanno «l’1,5 di possibilità in più» di contrarre il Covid rispetto ai bianchi e «rischiano di più di finire in terapia intensiva».

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Secondo i ricercatori la maggior diffusione è dunque frutto di elementi sociali, come lavori che non consentono formule di smart-working, o case densamente abitate da nuclei familiari numerosi e non sufficientemente distanziati o nel degrado di alcune aree urbane.
Inoltre, «il razzismo e la discriminazione strutturale potrebbero contribuire a un decorso peggiore della malattia presso le minoranze etniche». La ricerca, effettuata dalle università britanniche di Leicester e Nottingham e basata su altri 50 studi del genere realizzati tra Regno Unito e Stati Uniti, è stata pubblicata su EClinical Medicine, un sito che fa capo alla prestigiosa rivista The Lancet.

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