L’Amazon criminale, l’emporio italiano del dark web: armi e droga in vendita

Arrivata la condanna per gli amministratori dell'”Amazon criminale”: ai tre indagati per il caso del “Berlusconi Market” spettano 4 anni e 12 mesi di sorveglianza speciale. Il sito e-commerce illegale aveva contatti con l’Isis.

Berlusconi Market - meteoweek.com
foto di repertorio

Erano state definite “sofisticate”, le indagini tecniche messe in atto nel mondo del Dark Web. In particolare, lo scorso autunno era finito nel mirino delle autorità il ben noto “Berlusconi Market“, una piattaforma di vendita on-line che metteva a disposizione dei “clienti” ogni genere di merce illegale. Ad occuparsi delle operazioni investigative era stato il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma che, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Brescia, lo scorso anno era riuscito a identificare e ad arrestare tre amministratori di questo “Amazon criminale”.

Secondo quanto si apprende oggi dalle fonti, i tre giovani finiti in manette con l’accusa di essere autori e gestori del portale, sono stati infine condannati a quattro anni e dodici mesi di sorveglianza speciale ciascuno.

“Berlusconi Market”, punto di riferimento per l’Isis

Le condanne ai tre giovani amministratori del portale illegale sono state inflitte ieri al termine del processo in rito abbreviato. Gli indagati sono stati accusati di essere gli inventori del cosiddetto “Amazon criminale”, un vero e proprio emporio italiano del Dark Web battezzato dagli stessi come il “Berlusconi Market”. Come spiegato dalla Guardia di Finanza in una nota ufficiale, tale portale – oscurato lo scorso anno dalle autorità a seguito delle indagini – “funziona con le stesse modalità di un normale sito di e-commerce, con la differenza che gestisce e promuove la vendita di prodotti di natura illecita, sfruttando l’anonimato del protocollo Tor, caratteristico del dark Web”.

portale online Berlusconi Market - meteoweek.com
il negozio online “Berlusconi Market” – foto via web

“Considerando la peculiarità della merce posta in vendita, l’utilizzo del Market rende estremamente pericolosa la risorsa in questione, poiché si rivolge ad una vasta platea di acquirenti e venditori, essendo accessibile da soggetti di tutto il mondo“. E infatti, nel catalogo acquisti era possibile trovare di tutto: dalla droga agli psicofarmaci, dai documenti falsi ai kalashnikov, e ancora granate, bombe a mano e merce rubata – tutti oggetti acquistabili in bitcoin.


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Insomma, un vero e proprio emporio dell’illegalità made in Italy dove, tra gli amministratori del sito, vi operava Luis Di Vittorio, 20enne studente di Ingegneria informatica al Politecnico di Torino. Come ricostruito dal pm Erica Battaglia, il ragazzo evrebbe gestito il portale con due amici pugliesi under 30: si tratta dello studente di Medicina Gianicola Ruscino, e del cugino Gianluca De Martino, titolare di una società di criptovalute, nella cui disponibilità vennero trovate armi e droga.


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Questo affiatato gruppetto di giovani incensurati (dai nickname “Vladimir Putin”, “EmmanuelleMacron” e “g00d00”), per il quale l’accusa aveva chiesto 4 anni e 8 mesi, ha dovuto rispondere davanti ai giudici di reati quali associazione a delinquere, spaccio, ricettazione, traffico di armi e riciclaggio. La difesa, capitanata dall’avvocato Gianbattista Scalvi, aveva invece chiesto una pena inferiore, dato che i ragazzi, pur avendo messo su un sito illegale, non rivestivano ruoli apicali. Si ricorda, però, che le autorità erano riuscite e risalire al “Berlusconi Market” mentre erano impegnate ad indagare sui casi di terrorismo internazionale, dato che la piattaforma italiana era diventata un punto di riferimento per l’Isis.

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