Viaggio nel mondo della disinformazione: tutte le bufale social sul Covid-19

A febbraio dello scorso anno, quando tutto era appena iniziato, circolavano già teorie complottiste e notizie completamente infondate sul Covid-19. Con il passare dei giorni, dei mesi, dei DPCM, le cose non sono cambiate. Anzi, la situazione è andata peggiorando. Con il vaccino, poi, è stato raggiunto l’apice delle bufale. Ma qual è il luogo in cui queste bufale nascono e si diffondono? Ecco la risposta: i social network. Facebook in questo caso. Sì, perché è proprio sul social di Mark Zuckerberg che sono nati gruppi formati da utenti contrari al vaccino contro Covid-19. I “no-vax” per intenderci.

All’interno di questi gruppi stupisce la presenza di utenti che dicono di essere medici, infermieri o oss delle strutture per anziani. Insomma, tutte persone che hanno toccato con mano, visto da vicino gli effetti del Coronavirus. E’ stato scovato un gruppo privato nel quale ci si pone l’obiettivo di «diffondere le informazioni non condivise dai media principali». Al suo interno di parla di «dittatura sanitaria», c’è chi vuole fare una «rivoluzione» scendendo «in piazza senza mascherine». C’è anche chi sostiene che il Covid possa essere curato «mangiando bene e e facendo una vita sana». Chi assume un tono diverso, più ragionevole, viene prontamente espulso.

La posizione di Facebook

Facebook, ovviamente, non è rimasto con le mani in mano. Sono state adottate, infatti, delle linee guida per rimuovere tutte quelle false informazioni che vengono diffuse sui vaccini contro il Covid. Stessa cosa vale per Instagram. Su entrambi i social si sta lavorando per «rimuovere la disinformazione sul virus che potrebbe causare danni fisici imminenti». Allo stesso modo saranno eliminate informazioni infondate su sicurezza, efficacia ed effetti collaterali del vaccino. Fare questo tipo di lavoro, però, richiede del tempo e, purtroppo, la disinformazione continua imperterrita a diffondersi. Il timore è che di questo possa risentirne anche la campagna vaccinale.

Le fake news più diffuse

Sul vaccino è stato detto di tutto e di più: un escamotage per non parlare del 5G, delle scie chimiche; un microchip inserito sottopelle e tanto altro. Una delle bufale più diffuse riguarda la presunta capacità dei vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna di modificare il DNA di chi lo riceve. A diffondere questo tipo di informazioni sono anche dottori che parlano a migliaia di utenti e che negano, di conseguenza, l’utilità del vaccino. Dottori che affermano che nel vaccino siano stati aggiungi i «quantum dots» ovvero «particelle di elettroni, iniettate nel corpo, che permettono ai signori delle lobby e delle élite, in testa a tutti Bill Gates, di inviare frequenze in tempo reale, causare amnesie, scompensi psicologici fino a uccidere a distanza».

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Altri dubbi infondati riguardano i tempi della sperimentazione. Sì, perché ci sono, ancora una volta, dottori e dottoresse che mettono in dubbio l’efficacia del vaccino in quanto la sperimentazione dicono sia stata breve. Questa tesi è stata ampiamente smentita dall’Istituto Superiore di Sanità che spiega che i vaccini (Moderna e Pfizer-BioNTech, ad oggi) sono stati approvati da chi di competenza dopo averne verificato qualità e sicurezza. Le tempistiche diverse, in Europa, sono dovute alla maggiore disponibilità di risorse e al fatto che, in questo caso, i risultati delle varie fasi della sperimentazione sono stati esaminati volta per volta e non in blocco alla fine. Tutto questo ha permesso di avere fortunatamente il vaccino in tempi minori.

Bufale sono quelle informazione in cui si afferma che i vaccini contengono «metalli pesanti, neoparticelle tossiche, cellule fetali abortite», ma anche «cellule di cane, gatto, scimmia, alluminio e piombo». Ecco, anche in questo caso basterebbe collegarsi sul sito dell’Aifa  e leggere quali sono gli ingredienti del vaccino.

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Cosa ne sarà dei medici «no-vax»?

A dover prendere provvedimenti spetta agli ordini regionali. Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine Nazionale dei Medici, commenta così: «Il rispetto delle opinioni altrui rimane uno dei fondamentali diritti della nostra società. Censurabili sono i comportamenti contro il codice di deontologia medica: diffondere fake news è uno di questi». Non è sempre facile, però, sanzionare chi diffonde notizie infondate. I medici a cui viene fatto un richiamo spesso negano e possono tornare così a rilasciare dichiarazioni ai canali di disinformazione.

 

 

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