Crisi di governo, ore decisive. Cdm convocato per le 21,30: è il momento della resa dei conti?

Potrebbe essere questa sera il momento della resa dei conti a Palazzo Chigi. Si terrà infatti dopo le 21.00 il Consiglio dei ministri. E la partita si gioca in queste ore. 

21.30. E’ questo l’orario decisivo in cui si tireranno le somme dell’attuale crisi di Governo che potrebbe arrivare finalmente ad una svolta, dopo giorni di contraccolpi. Proprio tra qualche ora, infatti, si terrà il consiglio dei ministri che approverà il Recovery Plan, che verrà trasmesso al Parlamento e alle parti sociali dopo il via libera. E’ a questo punto che Matteo Renzi potrebbe ritirare le ministre di Italia Viva, Elena Bonetti e Teresa Bellanova; quest’ultima, tra l’altro, che da tempo si è detta pronta a dimettersi e a ritornare da dove è venuta. Intanto, da Palazzo Chigi, arrivano le prime battute. Un esecutivo con Italia Viva è impossibile, dicono fonti governative. Il punto di scontro, ancora, potrebbe essere quella bozza del Recovery; bozza che Matteo Renzi non ha ancora letto, che Giuseppe Conte avrà forse migliorato insieme al Ministro dell’economia Roberto Gualtieri. in seguito alle pressioni ricevute dall’opposizione. Ma sono chiacchiere, sono ipotesi: e l’ipotesi, che si fa strada in questo momento, è che queste sono le ore decisive e che, tra poco, il Governo potrebbe non esserci più.

 

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“Stasera vediamo che tipo di discussione viene fuori e domani facciamo una conferenza stampa e ne parliamo. Nel giro di un mese pare che abbiano migliorato il Recovery plan, io non l’ho ancora letto tutto, lo devo leggere, ma dicono tutti che sia migliorato”, dice Renzi alla stampa. Ed è convinto, dice, che Giuseppe Conte sostituirà le ministre di Italia Viva che si dimetteranno; poi andrà alle Camere per chiedere la fiducia. Forse, lo dice perché lo sa. E intanto, a supportare Conte c’è il PD: “La via maestra per servire l’Italia è approvare la bozza del Recovery Plan» e subito, da domani, su proposta del presidente Conte approvare il patto di legislatura per affrontare i problemi aperti e per rilanciare l’azione di governo”, riferisce il partito dopo una riunione tra Nicola Zingaretti, Dario Franceschini, Andrea Orlando, Graziano Delrio e Andrea Marcucci. I democratici rimangono contrari all’apertura di una crisi che, tra l’altro, bloccherebbe il Decreto Ristori.

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A giudicare dalle parole di Matteo Renzi, però, la crisi sembra ormai aperta: “Io non volevo far fuori Conte, ma me stesso da questo governo. Ormai ci siamo. Non ci metto la faccia sullo spreco di denaro pubblico”, ha detto il leader di Italia Viva parlando al Senato. Insomma, l’ex Premier è pronto ad andarsene; Conte è convinto di avere i numeri: ma la certezza è che questa nuova crisi, su una vecchia crisi, stona i timpani anche a chi non sente.

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