Omicidio Willy, Bianchi intercettati in carcere: “Non ci hanno tolto il reddito di cittadinanza”

Dalle intercettazioni dei fratelli Bianchi in carcere emerge che non vi siano segni di pentimento, ma la preoccupazione per il denaro

Fratelli Bianchi-Meteoweek.com

 

Non vi sarebbero segni di pentimento da quanto emerge da un’intercettazione dei fratelli a Rebibbia. I loro pensieri sarebbero stati rivolti solo ai soldi e a tentare di aggravare la posizione degli altri imputati con loro nel caso dell’omicidio di Willy. Willy è morto il 6 settembre 2020, massacrato di botte. Da quanto emerge dalle intercettazioni, i due fratelli si preoccupano del reddito di cittadinanza e delle loro foto sui giornali in cui mostravano i muscoli e ostentavano ricchezza, ma non vi sarebbero segni di pentimento per aver preso a botte senza ragione un giovane di 21 anni.

L’intercettazione è stata captata in carcere a metà ottobre scorso e mostrerebbe una conversazione tra Marco Bianchi e il fratello Alessandro, in cui quest’ultimo rassicura Marco sul Reddito di Cittadinanza:”So tutte cazzate, mica lo pigli tu a nome tio tutto quanto, lo piglia papà. La Finanza non ha bloccato gnente“.

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E poi la questione dell’immagine. Alessandro dice al fratello:”Ha detto che facete recupero crediti, spacci, tutta…“. E, riferendosi ai giornalisti: “Hanno pjato tutte e foto“. Alessandro sembra fiero di Marco che prova a ridimensionare la posizione sua e di Gabriele nell’aggressione a Willy: “Tu lo si capito la problematica, Gabriele non ha capito un cazzo, scrive solo a Silvia, amore mio Silvia, amore mio Silvia non mi tradire, di qua, di là, ti amo“.

Poi accusano Belleggia, uno degli altri due imputati:”Chio poraccio è morto così, è morto così, per chillo ‘nfame de Belleggia, Belleggia di merda“. E di nuovo:”L’ha spezzata chiglio figlio de puttana de Belleggia la vena ‘ncanna“. Marco aggiunge: “A zampate“. Secondo gli inquirenti Alessandro e Marco avrebbero recitato mentre discutevano e ricostruivano la tragedia. Forse, ipotizzano gli investigatori, pensando che ci fossero telecamere nascoste, avrebbero provato ad addossare le responsabilità su Pincarelli e Belleggia sperando che gli inquirenti avrebbero creduto a quella versione.

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Lo precisa il gip Giuseppe Boccarrato nella nuova ordinanza di custodia cautelare in cui i quattro sono tutti accusati di omicidio volontario. “Alessandro e Marco Bianchi  come facilmente ricavabile dalle registrazioni video effettuate, erano certamente avvertiti del rischio di essere intercettati e, per tale ragione, avevano ritenuto di strumentalizzare la conversazione“.

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