Angel è morta in Myanmar durante le proteste anti golpe. Era divenuta simbolo delle manifestazioni. Un proiettile l’ha colpita alla testa 
«Andrà tutto bene» era scritto sulla maglietta di Deng Jia Xi, nota con il soprannome Angel, ballerina e campionessa di taekwondo. Aveva solo 19 anni e si era unita alle proteste anti golpe scoppiate in Myanmar in questi giorni dopo il colpo di stato. La ragazza, uccisa da un proiettile alla testa, è divenuta un simbolo delle suddette proteste.
La ragazza, che sapeva che sarebbe potuta morire, aveva lasciato disposizioni se fosse accaduto il peggio:«Se non sono in buone condizioni non salvatemi, donate i miei organi e contattate mio padre».
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Un suo amico la ricorda così:«Lei si preoccupava sempre per gli altri. Ha preso in mano il candelotto di gas lacrimogeno e l’ha rilanciato alla polizia, poi ha rotto un tubo dell’acqua per permetterci di lavarci gli occhi irritati dal gas. Quando gli agenti hanno cominciato a sparare mi ha detto di sedermi».
L’amico racconta di essere sceso in piazza con Angel e con un centinaio di persone a Mandalay per chiedere il rilascio di Aung San Suu Kyi e affinché si tornasse alla legalità. Prima che la polizia attaccasse aveva urlato:«Non scapperemo ma non versate il nostro sangue».
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Una foto mostra Angel che tenta di proteggersi con un cartello di protesta poco prima di essere uccisa. La notizia della sua morte ha fatto il giro del web. Migliaia i messaggi di cordoglio. A un amico aveva scritto un messaggio proprio il giorno del decesso:«Potrebbe essere l’ultima volta che te lo dico: ti amo tantissimo. Non lo dimenticare». Ora i manifestanti sono spaventati: «Questa non è una guerra, non c’è ragione di usare proiettili veri contro le persone. Siate umani» ha detto Myat Thu, amico di Angel alla Reuters.
