Meloni: “Comandano M5S e PD”. Ma non è vero, chi decide è la Lega

La leader di Fratelli d’Italia definisce il “Governo Draghi deludente” perché ogni scelta viene presa da Pd e M5S, mettendo da parte l’autorevolezza del premier. Ma non è vero: chi decide è la Lega.

Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia sono fuori dal Governo Draghi e sono dunque liberi di criticarlo. Potremmo aggiungere anche giustamente, il compito dell’opposizione in ogni paese democratico che si rispetti, è quello di pungolare l’esecutivo mettendone in luce contraddizioni, falsità e lanciando proposte alternative. Per questo motivo la leader di Fratelli d’Italia se la prende molto con Pd e M5S, del resto sono loro i soci di maggioranza assoluta di questo governo, immaginando che Forza Italia, LeU e gli altri abbiano un peso minore sul tavolo del Consiglio dei Ministri e in Parlamento. “Il Governo è più deludente di quanto mi sarei aspettata. Alla prova dei fatti Pd e Movimento Cinque Stelle comandano tutti, compreso Mario Draghi il quale non intende far valere la sua autorevolezza“, queste sono le sue parole durante una intervista, priva di ogni contradditorio, ospite da Del Debbio su Rete 4.

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Manca qualcosa? Sì, Giorgia “dimentica” sistematicamente di citare o commentare Matteo Salvini e la Lega. Il fatto è presto spiegato, nonostante l’ingresso del Carroccio nel Governo l’alleanza tra i due partiti non è mai stata in discussione, con i sondaggi che premiano Carroccio e Fratelli d’Italia come i primi partiti del Paese e i loro leader come quelli più apprezzati dagli italiani.

Inoltre ad analizzare come si muove il Governo non potremmo negare il fatto che spesso e volentieri è la stessa Lega a guidare e dettare a pugno duro la linea della maggioranza. Non a caso il vice-segretario Giancarlo Giorgetti ricopre uno dei ministeri più importanti e più capace di muovere denaro. Inoltre, come da sua abitudine, Matteo Salvini è sempre presente su tv e social, forzando così la comunicazione di questo governo con il paradosso, tutto salviniano, di saper essere dentro l’esecutivo e allo stesso tempo criticarlo invocando il popolo, come un normale leader populista d’opposizione, tanto che i dem hanno chiesto al Giorgetti di mettere da parte la propaganda leghista per evitare un impasse di governo.

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Il condono fiscale approvato in questa settimana era una battaglia tutta leghista, un provvedimento che ha creato molte critiche soprattutto dal Partito Democratico. Anche Enrico Letta nelle scorse ore ha lanciato una dura frecciatina al segretario leghista, accusando il partito di via Bellerio di aver tenuto in ostaggio il Consiglio dei ministri chiamato a varare il decreto Sostegni: “Male, molto male che un segretario di partito tenga in ostaggio per un pomeriggio il Cdm (senza peraltro risultati). Pessimo inizio Salvini” ha scritto Letta su Twitter. La prossima battaglia sarà sul mantenimento di quota 100 e sullo sblocco dei licenziamenti, due temi caldi per la Lega ma anche due ostacoli su cui sarà difficile non inciampare per Mario Draghi. Appare dunque chiaro che l’agenda finora sia dettata dal partito di Salvini e Giorgetti.

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