Oms, Ranieri Guerra sotto inchiesta per false dichiarazioni

L’accusa è sulle pressioni sui ricercatori per uno studio in cui veniva definita “caotica” la gestione dell’emergenza da parte dell’Italia

Ranieri Guerra-Meteoweek.com

Ranieri Guerra, direttore vicario dell’Oms è sotto inchiesta per false dichiarazioni dalla procura bergamasca. Durante un lungo interrogatorio tenutosi il 5 novembre, Guerra aveva detto di non aver mai fatto pressioni sugli studiosi dell’ufficio Oms di Venezia per far rimuovere dal sito dell’Organizzazione, a metà maggio 2020, una ricerca che riteneva «improvvisata e caotica» la gestione dell’emergenza da parte dell’Italia e metteva in evidenza il mancato aggiornamento del Piano pandemico, che risaliva al 2006.

Tuttavia la Procura ha ascoltato i ricercatori coinvolti e il referente della ricerca Francesco Zambon, il quale ha citato una mail per mostrare di aver ricevuto pressioni da Guerra. Il motivo? Secondo l’ipotesi degli investigatori, Guerra avrebbe avuto interesse a preservare i rapporti tra Oms e Italia.

Secondo Zambon, l’11 maggio, qualche ora prima della pubblicazione, la ricerca aveva oltrepassato i livelli di approvazione dell’ufficio di Venezia, di Copenaghen e del Comitato di Ginevra. In quel contesto, Guerra inviò una mail a Zambon, chiedendogli una modifica al riferimento del mancato aggiornamento del piano pandemico italiano. Il giorno seguente, lo studio era online sul sito dell’ufficio europeo ma Zambon, contattato dalla sede di Pechino, aveva chiesto di rimuoverlo per breve tempo per modificare delle inesattezze sulla timeline degli eventi in Cina, certo che si sarebbe trattato di una modifica veloce. Invece, il suo studio non è mai più tornato online.

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«Mi auguro che l’Oms possa rispondere con tutti i dettagli, le spiegazioni e i chiarimenti necessari, dato che la mia posizione è cristallina nonostante le insinuazioni di alcuni», ha detto Ranieri Guerra dopo aver saputo di essere indagato per false dichiarazioni. «Sono veramente stupito e profondamente amareggiato. Io ho dichiarato ai pm tutto quello che sapevo a quel momento, in totale buonafede. Ho capito a seguire di non avere avuto accesso a molte informazioni, ma credo che questo i pm lo abbiano bene valutato. Non so neppure quali siano queste presunte contraddizioni che possano avere identificato, dato che non ho avuto accesso ai quesiti da loro posti all’Oms. Da tempo tramite i miei legali ho in ogni caso confermato ai pm la mia piena disponibilità a fornire ogni ulteriore dettaglio ritengano necessario di cui io sia a conoscenza. Sono stato e sono in assoluta buonafede e mi meraviglia che i pm abbiano un’impressione diversa».

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