Valerio morto a causa dell’erba killer, indagato il suo medico

Valerio Pinzana è morto a causa di un avvelenamento dopo aver mangiato dell’erba aromatica che aveva trasformato in pesto. La Procura ha disposto l’autopsia

ValerioPinzana-Meteoweek.com

La Procura di Pordenone ha ordinato di eseguire l’autopsia sul corpo di Valerio Pinzana, 62 anni, morto a causa di un’erba aromatica le cui sostanze tossiche lo hanno avvelenato. L’uomo, aveva colto tale erba nei prati vicino la sua abitazione e l’aveva trasformata in pesto. Gli inquirenti hanno deciso sulla base di alcuni verbali dei carabinieri di Meduno che hanno fatto una ricostruzione dettagliata di quanto avvenuto lunedì 29 marzo, quando Valerio era uscito per raccogliere l’aglio orsino.

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Il pm intende chiarire quanto accaduto ma non vi sono sospetti sul fatto che qualcuno abbia potuto avere un ruolo attivo nella vicenda. Le analisi infatti intendono accertare l’ora precisa della morte dell’uomo e far sparire qualunque dubbio sulla coerenza delle cure ricevute. Ecco perché, semplicemente come atto dovuto, il medico dell’uomo sarà sentito come indagato per omicidio colposo e non come persona informata sui fatti. In questo modo si potrà nominare un perito che prenda parte all’autopsia, prevista per lunedì.

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A questa scelta si è arrivati dopo la testimonianza della compagna di Valerio che ha raccontato alcuni dettagli sui giorni in cui l’uomo era in preda a dolori lancinanti. La donna (che aveva fatto solo un assaggio della pasta, smettendo di terminare perché troppo amaro), ha raccontato nei dettagli le conversazioni tra il compagno e il medico di medicina generale.

Pinzana avrebbe detto al suo medico che si era sentito male subito dopo aver mangiato la pasta con quell’erba aromatica. Il medico gli avrebbe preparato una ricetta con delle medicine per combattere i dolori (si ipotizzava un’intossicazione passeggera) ma non avevano funzionato. L’uomo è finito in ospedale solo 3 giorni dopo l’avvelenamento. L’esame mira a chiarire se delle cure più tempestive avrebbero potuto essere decisive.

Ovviamente il tutto senza colpevolizzare preventivamente il medico che tra l’altro si era occupato con grande professionalità della coppia quando avevano il contratto il Covid 19.

 

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