Ieri quasi 350mila vaccinazioni: è record. Ma siamo lontani dal target che lo stesso Figliuolo – che oggi esulta – aveva fissato

Quasi 10 milioni di italiani hanno ricevuto almeno una dose di vaccino, si intravedono finalmente i risultati degli sforzi della macchina sanitaria e organizzativa. L’obbiettivo di 500mila dosi giornaliere però è ancora lontano.

La campagna vaccinale inizia finalmente a funzionare. Il progetto del generale Figliuolo per la copertura della popolazione italiana sta prendendo piede nonostante le mille difficoltà tra sospensioni del siero AstraZeneca, la carenza di dosi e una macchina sanitaria non efficiente.

Questa mattina il numero di somministrazioni di vaccino contro il Covid-19 ha raggiunto quota 14.643.746. Di queste 4.332.143 le persone che hanno già ricevuto anche la seconda dose. Sono dunque 10.311.621 coloro che hanno ricevuto almeno la prima dose di uno dei tre vaccini attualmente in uso in Italia. Il record si raggiunto nella giornata di ieri con 347.279 iniezioni. Rispetto alle dosi consegnate alle regioni, 17.323.080, ne sono state utilizzate l’84,5%. Dato che cresce in alcuni territori, come il Veneto (89,8%), e scende in altri come la Calabria (74%) o la Basilicata (76%).

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Mai nella storia dell’uomo, si è iniettato in pochissimo tempo decine di milioni di dosi di vaccini, senza saperne esattamente l’esito – afferma il Commissario all’emergenza Covid durante la sua visita in un centro di somministrazione in Piemonte -. Se non quello sperimentale che ha portato all’approvazione da parte della comunità scientifica” esulta Figliuolo, parole che però lasciano spazio anche alle polemiche relative alla sicurezza dei sieri.

Il problema rimane sempre la scarsità di disponibilità, ma il Commissario rassicura che i tempi saranno rispettati: “Sono oltre 400.000 le dosi di vaccino Moderna di previsto arrivo nella serata di oggi all’hub nazionale vaccini della Difesa, situato all’interno dell’aeroporto militare di Pratica di Mare. Il lotto verrà distribuito alle Regioni a partire da domani“. E Figliuolo è ancora sicuro della sua promessa: “Arriveranno 45 milioni di dosi dei vaccini contro il Covid da qui a giugno“, che tradotto vuol dire che ci vogliono circa 15 milioni di dosi al mese.

Numeri e dichiarazioni rassicuranti dopo le preoccupazioni delle ultime settimane, ma che ancora ci dicono che l’Italia è distante dall’operazione che Figliuolo ha messo in progetto di fare 500mila inoculazioni al giorno così da raggiungere l’80% di vaccinati entro l’autunno e quindi l’immunità di gregge per il 2022. Il Generale, appoggiato nelle sue dichiarazioni da Mario Draghi, sta facendo pressione sulle case farmaceutiche. È necessario cambiare passo e recuperare questi mesi in cui si è andati troppo lentamente. Il Commissario avrà bisogno dell’aiuto anche delle regioni e soprattutto dei governatori, con i quali Figliuolo non ha rapporti idilliaci.

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Ci sono infatti regioni meno virtuose di altre, sette per la precisione, che non hanno rispettato il target fissato. Tra queste c’è l’Abruzzo che il 16 aprile ha somministrato 6727 dosi invece delle 7050 previste come soglia minima per raggiungere a livello nazionale delle 315mila vaccinazioni. C’è il Friuli Venezia Giulia che ha vaccinato 5038 persone invece delle 6140 previste. Sfiora il  target ma non lo supera la Lombardia che il 16 aprile ha fatto 50.501 iniezioni delle 51mila previste. Sotto l’asticella ci sono anche Bolzano (2932 invece di 3000) e Trento (2190 invece di 3100). Infine non raggiungono il loro target anche la Valle d’Aosta (620 invece di 596) e il Veneto che il 16 aprile ha fatto 23.093 somministrazioni invece delle 25.243 previste.

 

 

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