“I can’t breathe”: il caso George Floyd un anno dopo

Un anno fa la morte di George Floyd: una vicenda che ha sconvolto politica, società e cultura non solo negli Stati Uniti

Il 25 maggio 2020 a Minneapolis la polizia arresta un 46enne afroamericano di nome George Floyd con il sospetto di avere pagato un pacchetto di sigarette con una banconota falsa. L’uomo viene immobilizzato dall’agente Derek Chauvin per 9 minuti e 29 secondi con un ginocchio sul collo, provocando la morte di Floyd per asfissia, morte avvenuta in ospedale poco dopo.

Un video riprende il momento in cui Chauvin mette Floyd a faccia in giù e lo ammanetta per poi premere sul collo. Nel filmato si sente chiaramente l’afroamericano dire ripetutamente Non riesco a respirare” (I can’t breathe), “Per favore, per favore, per favore” e “Per favore, amico“. Il video (più di uno in verità) viene girato da un passante che lo posta in rete e fa il giro del mondo, provocando l’indignazione pubblica, proteste e atti di vera e proprio guerriglia contro la polizia di Minneapolis. Si crea un movimento con tanto di slogan, “Black lives matter“, urlato nelle piazze, postato sui social e celebrato negli eventi sportivi, politici e musicali di tutto il mondo. Il caso viene anche citato in Due estranei, vincitore dell’Oscar al miglior cortometraggio nel 2021.

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Dopo l’omicidio il luogo della morte di Floyd, tra la 38esima e Chicago Avenue, è stato occupato dagli attivisti ed è ancora oggi chiuso al traffico. La celebrazione “Alzati e ricorda George George Floyd“, con una veglia a lume di candela alle 8 di sera, arriva alla fine di diversi giorni di marce, raduni e tavole rotonde sulla sua morte e sul punto in cui si trova l’America nella battaglia contro la discriminazione razziale.

Il video dell’omicidio di Floyd che incrimina Chauvin

Oggi la famiglia Floyd è stata ricevuta alla Casa Bianca dal presidente Joe Biden. “Credo che le cose siano cambiate, credo che si muovano lentamente, ma si stanno facendo progressi” dichiara Philonise Floyd, sorella di George. “Voglio che le cose migliorino perché non voglio che altre persone muoiano come è morto mio fratello

A un anno da quell’evento, l’incrocio dove George Floyd è morto diverrà per un giorno in un luogo di festa e celebrazione. Un festival all’aperto con cibo, attività per bambini e una serie di performance musicali. Dopo un anno di proteste contro il “razzismo sistemico” della polizia e il dilagare del movimento Black Lives Matter, Minneapolis, una città ancora impaurita, tenta di trasformare il lutto in festa: “Trasformeremo il lutto in danza“, ha twittato il rapper Nur-D. “Celebreremo 365 giorni di forza di fronte all’ingiustizia“.

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Il mese scorso Chauvin è stato condannato per omicidio e rischia fino a 40 anni di carcere nella sentenza che sarà emessa il 25 giugno prossimo. Altri tre ufficiali licenziati devono ancora affrontare il processo. Intanto il George Floyd Justice in Policing Act, la legge che vieta ai poliziotti di bloccare al collo i sospetti e sospende la protezione degli agenti dai ricorsi civili ed istituisce nuove regole nazionali per la polizia, è fermo al Senato. Il presidente Biden ha chiesto che simbolicamente venga approvata entro oggi.

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