Ddl Zan: tempi lunghi a causa delle audizioni. Proteste del Centrosinistra

Ostruzionismo del Centrodestra, il presidente della Commissione convoca 170 audizioni e i tempi di approvazione si allungano. Il Centrosinistra scrive alla presidente del Senato. 

La battaglia per l’approvazione definitiva del ddl Zan continua a Palazzo Madama dove il testo si è arenato a causa dell’ostruzionismo del Centrodestra. Il Centrosinistra ha fatto pervenire una lettera alla Presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati nella quale fa sapere lamenta l’impossibilità di “proseguire l’esame del ddl Zan in commissione Giustizia“. I capigruppo M5s, Pd, Leu, Autonomie hanno chiesto di portare subito in aula la proposta che punisce l’omotransfobia, bypassando la commissione presieduta dal leghista Andrea Ostellari.  Stroncato sul nascere il tentativo di mediazione di Italia Viva.

Ostellari ha infatti disposto un lungo calendario di 170 audizioni che richiederebbe un tempo minimo di 4 mesi. Tra audizioni che hanno ricevuto l’ok, vi è quella di Maurizio Umberto Egidio Coruzzi in arte Platinette, speaker di Radio RTL, opinionista di “Live – Non è la d’Urso” e giudice di “Amici Celebrities” e “Speciale Uomini e donne – Le Olimpiadi della TV”.

LA RISPOSTA DI OSTELLARI

Il presidente della Commissione Giustizia risponde in una intervista al Corriere che le audizioni “non sono un problema. L’importante è che finalmente si parli del testo del ddl Zan. Cosa che fin qui non si è fatta” e che ha già tagliato il numero delle audizioni, inizialmente arrivate a 225. “Ma si potranno eventualmente ridurre nel corso della trattativa a cui ho invitato i capigruppo“. Secondo Ostellari, sul testo attuale le divisioni non sono solo nella maggioranza ma anche nello stesso Centrosinistra. “Le criticità del testo attuale sono ben note e non soltanto per quanto riguarda la Lega o il centrodestra: giuristi, la Conferenza episcopale, ma anche una parte della sinistra e la stessa Arcilesbica” afferma Ostellari.
Alle domande dei giornalisti che sottolineano la lettera inviata alla Casellati, Ostellari puntualizza: Io ho sentito delle aperture anche nel Pd. E ora voglio capire se c’è la volontà di arrivare a un nuovo testo condiviso. Se c’è, allora non credo che ci sarà una difficoltà delle parti a rinunciare a molte delle audizioni. Chiaro che se si dice ‘O Zan o nulla’, condividere diventa complicato”. Quanto alla minaccia di far approdare il ddl in Aula senza passare dalla commissione, “dovrebbero raccogliere le firme, andare in Aula, far dichiarare l’urgenza e poi anche avere la maggioranza. Se non verranno al tavolo saranno loro a commettere un errore”.  A detta della Lega le questioni non negoziabili sono “quelle che sono state criticate da vari soggetti. L’articolo 1, con l’identità di genere. L’articolo 4, dove si parla della libertà di espressione. E l’articolo 7, con la giornata contro l’omotransfobia che dovrebbe entrare nelle scuole di ogni ordine e grado”. 
Il presidente della Commissione Giustizia al Senato, Andrea Ostellari

LA REPLICA DEL CENTROSINISTRA

Secondo Alessandro Zan, primo firmatario del testo, “La destra non vuole questo provvedimento“. “Sul Corriere ennesima presa in giro di Ostellari sul ddl ZAN. Un nuovo testo dovrebbe ricominciare iter, Senato e Camera. Vorrebbe dire far morire la legge contro i crimini d’odio, che è sempre stato ed è ancora il suo obiettivo” scrive su twitter il deputato Pd. Per il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone dice di avere avuto “un confronto molto costruttivo con il segretario nazionale di Arcigay Gabriele Piazzoni: insieme al senatore Giuseppe Cucca abbiamo ribadito la necessità di una legge contro le discriminazioni omotransfobiche. Italia Viva è saldamente dalla parte dei diritti civili e sta lavorando per portare a casa la legge senza perder tempo. Questo pomeriggio in ufficio di Presidenza del Senato ci sarà un confronto che auspichiamo davvero risolutorio per interrompere lo stallo sul ddl Zan. Il nostro obiettivo è chiudere tutto in tempi certi per poi andare in aula“.
Durissima invece la senatrice Monica Cirinnà, segretario della commissione Giustizia: “Il presidente Ostellari ci ha posto di fronte ad un ricatto: si faccia un tavolo politico per capire se è possibile chiudere una mediazione mentre lui si impegnerebbe a terminare le audizioni, 70 con documenti scritti e 70 in presenza o via web. E solo dopo la conclusione del tavolo politico si fisserebbe il termine per presentare emendamenti. Questo è un ricatto inaccettabile. Il calendario della Commissione deve essere chiaro, ci deve essere la possibilità, nel caso non ci sia alcun accordo, di andare in aula entro luglio”. Continua la dem: Chiediamo quindi che entro il 29 giugno sia chiuso il termine emendamenti e la discussione generale con le audizioni. Non accettiamo nessun ricatto da parte del presidente della Commissione. D’altra parte sappiamo già, per quello che è successo in questi mesi, che un accordo politico con la destra non è possibile perchè di fatto il ddl ZAN non lo vuole”. 
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