AstraZeneca, l’Ue chiede un maxi risarcimento per la violazione del contratto

L’Ue chiede un maxirisarcimento ad Astrazeneca per la violazione del contratto: 10 euro ogni dose mancata. 

Ue chiede maxi risarcimento AstraZeneca

L’azienda farmaceutica anglo-svedese ha violato i termini contrattuali con l’Ue. AstraZeneca, infatti, ha consegnato 50 milioni di dosi – destinate all’Europa – ad altri paesi. Per i tanti ritardi e la violazione del contratto, l’Ue ha chiesto al tribunale di Bruxelles una maxi multa di 10 milioni di euro per ogni violazione del contratto che il giudice constaterà. Inoltre, l’Ue richiede 10 euro a dose per ogni giorno di ritardo. La causa è ufficialmente partita e a giugno potrebbe già esserci il verdetto.

Gli avvocati dell’Ue ritengono che AstraZeneca abbia commesso una manifesta violazione del contratto e, sicuri di ciò hanno depositato al tribunale di Bruxelles, la richiesta di risarcimento milionaria. La principale accusa riguarda il dirottamento delle 50milioni di dosi verso paesi terzi, dosi destinate ai 27 paesi dell’Ue. Nel primo trimestre l’azienda ha consegnato alla Ue solo 30 milioni di dosi invece dei 120 milioni previsti dal contratto. Ovvero il 25% delle dosi promesse e contrattualizzate. L’ad, Pascal Soriot, diede la colpa alle difficoltà di produzione nelle fabbriche europee, ma poiché la fornitura al Regno Unito procedeva regolarmente, si fece strada il sospetto che i britannici venissero privilegiati in virtù di un contratto firmato prima di quello europeo. Secondo l’avvocato dell’Ue Rafael Jeffareli, «50 milioni di dosi del vaccino sono state dirottate verso Paesi terzi in flagrante violazione del contratto», con forniture privilegiate alla Gran Bretagna e ad altri Paesi.

L’Ue chiede risarcimento ad AstraZeneca: non è stato fatto il miglior sforzo possibile

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La difesa della casa farmaceutica si basa sul fatto che aveva messo in guardia l’Ue. Vi erano molte incertezze su questo nuovo vaccino e i possibili ritardi. Proprio riguardo ai ritardi, aveva chiarito nel contratto che non ne sarebbe stata responsabile. Nel contratto era stata inserita la nozione del “miglior sforzo possibile” per soddisfare gli accordi stabiliti. L’udienza ruoterà intorno all’interpretazione di questa nozione che parte in svantaggio per l’azienda farmaceutica che ha favorito l’approvvigionamento del Regno Unito in modo regolare. L’accusa ribadisce che “AstraZeneca non ha nemmeno utilizzato tutti gli strumenti a sua disposizione”, fallendo la clausola del “miglior sforzo possibile”.

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