Svolta in Israele: un governo anti-Netanyahu. La destra protesta e convoca vertice

Naftali Bennett sarà il nuovo premier del paese, Netanyahu perde il comando dopo 13 anni ma studia le mosse per ostacolare il nuovo esecutivo

Pare si sia trovato un accordo per il nuovo governo di Israele che preveda la nomina di Naftali Bennett a capo del paese. Sarebbe la soluzione di un accordo che mette insieme ben otto partiti: dai centristi di Yesh Atid e Blu e Bianco, ai laburisti e la sinistra radicale di Meretz, fino ai partiti nazionalisti di destra Yisrael Beiteinu, New Hope e Yamina. Per la prima volta, un partito arabo-israeliano i conservatori islamisti di Ra’am partecipa ufficialmente alla formazione di un esecutivo dello Stato ebraico.

Bennet, 49enne Naftali Bennett, è un leader milionario del partito di Yamina. Un risultato a lungo accarezzato dal tecno-colono, che abbina dichiarazioni radicali a un passato da manager alla guida di una società hi-tech di successo, che gli ha permesso di avere presa non solo sull’elettorato religioso-nazionalista ma anche sui laici.

Mentre si formava il nuovo governo, si è svolta anche l’elezione del nuovo presidente che entrerà in carica il 9 luglio: ha vinto l’ex-leader laburista Isaac Herzog, erede dell’elite ashkenazita, sullo sfidante Miriam Peretz, con 87 voti su 120.

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Il grande escluso da questa compagine sarebbe dunque Benyamin Netanyahu, da oltre 13 anni premier di Israele.  L’attuale premier ha convocato un incontro dei leader del blocco di destra per discutere come fermare la formazione del governo della “coalizione del cambiamento”, annunciato ieri da Yair Lapid, prima che venga votato dalla Knesset. All’incontro è stato invitato anche il presidente della Knesset, Yariv Levin, stretto alleato di Netanyahu, che la coalizione del cambiamento vorrebbe sostituire roprio per scongiurare rinvii all’insediamento dell’esecutivo.

Oggi la coalizione del cambiamento ha depositato 61 firme per sostituire il presidente della Knesset in un voto da tenersi lunedì prossimo, anche se un deputato ha poi ritirato la propria adesione, facendo venire meno la maggioranza necessaria. In un’intervista rilasciata ad Army Radio, il leader del partito arabo della coalizione del cambiamento, Mansour Abbas, ha invitato gli altri partiti arabi a votare per sostituire Levin, in modo da consentire al governo di giurare già lunedì. Se Levin rimane al suo posto, ha sottolineato il Times of Israel, “può legalmente ritardare il voto sul nuovo governo per una settimana o più“, dando così al Likud di Netanyahu più tempo per cercare di convincere i partiti di destra della coalizione a far venir meno il loro sostegno al governo annunciato da Lapid con l’ex ministro della Difesa, Naftali Bennett, e sostenuto da otto partiti.

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