Tragedia Mottarone: tribunale assegna il caso a un altro gip

Sostituito il giudice per le indagini preventive, a causa dell’eccessivo carico di lavoro. Intanto si discute della richiesta di incidente probatorio e si lavora per le operazioni di rimozione della cabina.

Si allungano i tempi per la decisione sulla richiesta dell’incidente probatorio avanzata dalla difesa di Gabriele Tadini, il capo servizio della funivia del Mottarone agli arresti domiciliari per l’incidente di domenica 24 maggio. Infatti come si legge nel provvedimento del Presidente del Tribunale di Verbania, Luigi Maria Montefusco, “il giudice assegnatario del procedimento, si sarebbe dovuto individuare, in caso di assenza o impedimento del gip titolare, in via gradata” tra gli altri giudici dell’ufficio, escludendo il presidente Donatella Banci Buonamici. “Non si è mai visto un provvedimento del genere. E’ la prima volta che non per un valido impedimento ma per un problema tabellare sia sostituito un giudice di un procedimento in corso” afferma l’avvocato Marcello Perillo, difensore di Gabriele Tadini, commentando il provvedimento.

Il giudice Banci, all’indomani dei fermi, con un provvedimento si era assegnata il fascicolo della collega Elena Ceriotti, la titolare a cui ora è stato riassegnato il procedimento, esonerata per consentirle di smaltire il carico di lavoro arretrato. Ma per Montefusco “tale assegnazione, se giustificata per la convalida del fermo, non è conforme alle regole di distribuzione degli affari e ai criteri di sostituzione” dei magistrati dell’ufficio gip-gup, si legge nell’atto trasmesso, al Presidente della Corte d’Appello, al Procuratore Generale e al Consiglio giudiziario di Torino, nonché alla Procura e all’Ordine degli avvocati di Verbania.

LEGGI ANCHE: Aggressione e minacce a medico fiscale nero durante controllo dell’Inps: “Da qui non esci vivo”

Nelle loro deduzioni al gip, i magistrati fanno notare che la cabina precipitata e la fune traente sono state “adeguatamente cautelate e, pertanto, “non si trovano esposte agli agenti atmosferici“. La richiesta della difesa di Tadini, nei confronti della quale la Procura di Verbania solleva anche un difetto di notifica, viene dunque definita dai magistrati “del tutto intempestiva e prematura“. Per Olimpia Bossi e Laura Carrera, in particolare, la richiesta è “prematura allo stato attuale della individuazione di tutti i soggetti, oltre ai tre odierni indagati, a carico dei quali possano emergere eventuali profili di ipotetica responsabilità, a vario titolo“.

LE OPERAZIONI DI RIMOZIONE

Intanto continuano le operazioni per la bonifica e messa in sicurezza dell’area. La cabina numero tre della funivia del Mottarone sarà rimossa con un elicottero, così come confermato dal capitano del carabineri di Verbania al termine di un sopralluogo effettuato questa mattina con un folto gruppo di tecnici del vigili del fuoco. Un sopralluogo, come ha spiegato il capitano, con il quale “si sta programmando il calendario di fasi sia prodromiche che effettive della rimozione della cabina. La rimozione con l’elicottero – ha aggiunto – sarà l’ultima fase; prima sarà necessario verificare bene la situazione a terra“. Secondo quanto è stato spiegato, per sollevare la cabina saranno utilizzati cavi “che hanno una lunghezza idonea per agganciare e sollevare la cabina in condizioni di sicurezza e senza danneggiarla” .

LEGGI ANCHE: Bassetti sulla 18enne grave con trombosi: “Non scateni psicosi, possono essere tante le cause”

LE PAROLE DI CIRIO

“La sicurezza non può essere una priorità solo con le parole. Lo diciamo in una regione colpita direttamente dalla tragedia di Genova e stravolta oggi da ciò che è avvenuto sulla funivia del Mottarone”. Così’ il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, aprendo l’incontro promosso oggi a Torino dal Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi per presentare ai parlamentari piemontesi il progetto di legge per l’istituzione delle vittime dell’incuria. “Abbiamo il dovere di trasformare il dolore in qualcosa di costruttivo“, aggiunge il governatore che nel suo saluto, ha ricordato anche “Vito Scafidi, ucciso dal crollo di un controsoffitto mentre si trovava seduto al banco di scuola“.

Impostazioni privacy