Niente patrimoniali, via l’IRAP e giù il cuneo fiscale, ma l’IRPEF non si tocca

Tre novità sicuramente apprezzate sono contenute nella riforma fiscale che il governo Draghi sta elaborando.

Riforma fiscale, Irap, patrimoniale
Riforma fiscale, Irap, patrimoniale (Pixabay)

Questa riforma sarà approvata tramite una legge delega probabilmente i primi di agosto. Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco ha precisato quelli che sono i punti fondamentali di questa riforma. Lo sperato taglio dell’irpef non ci sarà. Il governo ha chiarito che la disastrata situazione del debito pubblico non consente di andare ulteriormente in deficit. La speranza resta quella di sempre: riduzione della spesa e lotta all’evasione. Queste sono le speranze che praticamente ogni governo ha coltivato anche se con modesti risultati.

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Ma ciò non significa che questa riforma sarà vuota, anzi. La grande novità è l’abolizione dell’Irap. Tre miliardi di fondi saranno destinati proprio ad eliminare l’Imposta regionale sulle attività produttive. La Lega in particolare si è battuta contro questa tassa definita iniqua. Il ministro ha sottolineato che la patrimoniale caldeggiata anche dal Fondo Monetario Internazionale non ci sarà. Dunque nessun prelievo forzoso a carico dei più ricchi. Questione capitale della riforma sarà però il cuneo fiscale, vale a dire quel differenziale tra la spesa sostenuta dal datore di lavoro e i soldi che materialmente il lavoratore si ritrova poi in busta paga.

Tasse da semplificare

Riforma fiscale, Irap, patrimoniale
Riforma fiscale, Irap, patrimoniale (Pixabay)

Dell’irpef non si discute neanche: letteralmente non ci sono le risorse per ridurla, figuriamoci per abolirla. Per quanto riguarda l’IVA, si sta pensando a delle modifiche che dovrebbero semplicemente razionalizzarla ma senza aumentarla e neppure diminuirla. Il ministro, durante l’audizione svoltasi il 22 luglio davanti alle Commissioni riunite delle finanze di Senato e Camera ha parlato molto di razionalizzazione. Razionalizzazione sia nel senso dell’ andare a verificare quanto siano congrue e sensate le tante detrazioni previste dal sistema e cosa si possa fare per ridurre l’abnorme e complessissimo numero di tasse e balzelli che gravano sui cittadini ed imprese.

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Non si è parlato invece delle cosiddette microtasse, imposte di minimo valore che rappresentano semplicemente un fastidio ed un’incombenza macchinosa per i cittadini dando poco nulla all’erario.

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