Covid, Pregliasco: «Sì a green pass a scuola, valutare durata per un anno»

Il virologo:«Proteste da minoranza rumorosa, in Italia si attendono fino a 10mila contagi al giorno con variante Delta»

Covid-Meteoweek.com

Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università di Milano, intervistato da La Stampa, il green pass per docenti e alunni «è il minimo, in particolare i docenti sono a rischio e vanno tutelati per tenere aperta la scuola: se si ammala un professore di Religione cinque classi finiscono in Dad». Per quanto concerne gli studenti, «comprendo la situazione dei genitori e la complessità di vaccinare i ragazzi fino a 12 anni entro settembre, ma non ci sono rischi e bisogna provarci. Il Green Pass anche qui deve dare una spinta».

Pregliasco affronta diverse questioni, dal tema scuola per cui non escluderebbe la necessità di un «obbligo al pari dei sanitari» per «garantire la ripartenza della scuola in presenza», fino alla questione dei primi green pass in scadenza. «Io scado a settembre», afferma il virologo. «Un’idea potrebbe essere prolungarlo a un anno sulla base degli studi sulla durata dell’immunità dei primi vaccinati».

L’esperto parla delle manifestazioni in piazza di questi giorni e precisa che il «60% degli italiani si è già vaccinato, e non è finita. Resta una minoranza rumorosa che fraintende il concetto di libertà, perché il no vax non si ammala da solo, ma può contagiare e mandare all’ospedale altre persone». Il Green Pass è di aiuto alla vaccinazione «soprattutto tra gli indolenti». Pur potendo essere visto come un obbligo indiretto, secondo Pregliasco, «evidenzia una priorità del Paese. L’alternativa è tornare a vivere come prima limitando incontri, uscite e attività», osserva.

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Nel Regno Unito, spiega Pregliasco in merito alla questione contagi, «c’è una pausa forse dovuta all’effetto della vaccinazione, alla chiusura delle scuole, degli uffici e alla fine degli Europei. Si nota anche un incremento delle ospedalizzazioni legato alle infezioni pregresse. In proporzione, i ricoveri restano pochi rispetto ai contagi e riguardano persone non vaccinate o con una dose. Resta da valutare l’evoluzione della situazione».

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Nel nostro Paese «ci si aspetta un aumento dei contagi dovuto alla variante Delta, almeno 10 mila al giorno, poi è difficile fare previsioni. Dipenderà dai vaccinati, dal tracciamento e da quanti cittadini ricorderanno il galateo dei comportamenti».

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