I vaccini funzionano anche per i contagi: gli studi lo dimostrano

Questione Green Pass: c’è chi sostiene che non ha senso vietare pub, ristoranti, cinema e altro ai non vaccinati perchè il vaccino non impedirebbe la trasmissione del virus. Gli studi però affermano il contrario.

Una parte della narrativa in queste ore calde di dibattito su Green Pass e obbligo vaccinale è orientata a sostenere che una discriminazione verso i non vaccinati sarebbe inutile poiché lo stesso vaccinato non è esente dal rischio di trasmettere il virus: insomma si protegge sé stessi ma non si impedisce la circolazione del virus. Questo ragionamento, si legge in un’analisi di Facta.news, non trova spazio e visibilità solo in Italia ma, ad esempio, fa parte delle tesi del noto cospirazionista britannico David Icke, se ne parla sul profilo Facebook dell’autrice e attivista australiana Emma Eros ed è stato perfino oggetto di discussione nella trasmissione britannica This Morning dell’emittente Itv.

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I dati scientifici in continua evoluzione ci consentono però oggi di poter dire il contrario. Lo conferma il nuovo report dell’Istituto superiore di sanità (Iss) condotto sulla base dei dati relativi a oltre 27 milioni di persone con almeno una dose di vaccino ricevuta, circa la metà della popolazione italiana. «L’incidenza di diagnosi di COVID-19 passa da 1,19 nei primi 14 giorni dopo la prima dose a 0,60 nei soggetti con un ciclo incompleto e a 0,28 nei soggetti con ciclo vaccinale completo. Va sottolineata la netta riduzione dell’incidenza dopo la prima dose: per i primi 14 giorni è passata da 5,76 nel mese di gennaio 2021 a 0,20 nel periodo tra il 24 maggio e il 13 giugno 2021, riflettendo la maggiore copertura vaccinale e di conseguenza la riduzione della circolazione virale».

Gli studi condotti su diversi vaccini e in numerosi campioni e Paesi (Regno Unito, Stati Uniti, Israele) dicono che i vaccini riducono la capacità di contagio di un fattore tra il 70 e l’85 per cento. La difesa dalla trasmissione è dunque molto forte: non è totale ma notevole. Come si spiega questo fatto? I vaccini proteggono anche dall’infezione asintomatica. Non si limitano solo a ‘depotenziare’ la malattia rendendola meno grave, ma riducono la possibilità stessa di essere infettati e qualora l’infezione si verificasse la carica virale si riduce drasticamente, il che incide enormemente sulla capacità di contagio. I dati sono confortanti anche sul versante della circolazione generale del virus, si nota un trend chiaramente in rallentamento, la circolazione inferiore dunque proteggerebbe in qualche modo i non vaccinati, il che farebbe sperare in un avvicinamento a quella tanto agognata immunità di gregge.

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Qui il discorso però si complica a causa delle temute varianti che hanno fatto spostare l’asticella. Se l’immunità di gregge era stata stimata intorno al 60/ 70 % della popolazione vaccinata, ora gli esperti dicono che con la variante Delta bisogna arrivare almeno all’80%. Sulla variante Delta ci sono ancora pochissimi dati, fa ben sperare il rapporto dell’agenzia sanitaria britannica Public Health England del 9 luglio 2021 che evidenzia un lento calo della capacità della variante di contagiare tra aprile e giugno 2021 probabilmente spiegabile con l’avanzare della campagna vaccinale. In ogni caso il vaccino porta certamente a un rallentamento della propagazione del contagio e a un calo drastico della percentuale di casi di Covid- 19 gravi e questo è sicuramente utile anche nella lotta contro la variante Delta.

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