Afghanistan: Draghi al centro dei vertici internazionali con Russia e Cina

Il premier sa che Russia e Cina vogliono sono interlocutori di cui non si può fare a meno. Ma il loro obiettivo è superare gli Usa

Sarà un G7 in cui Mario Draghi si giocherà tantissimo della sua credibilità e influenza nazionale. Il vertice richiesto dal Presidente del Consiglio per discutere di Afghanistan è in realtà un piano per preparare un altro incontro importantissimo, ovvero il G20 di metà settembre, presieduto dall’Italia, in cui saranno presenti anche Russia e Cina, due paesi che giocheranno un ruolo fondamentale nel cercare di contenere il disastro occidentale dopo il ritiro delle truppe.

Draghi deve lavorare nel cercare di accontentare il presidente americano Joe Biden, che sta cercando di contenere le responsabilità degli Usa agli occhi degli alleati, e stabilire rapporti positivi con i due colossi internazionali che ora sperano di porsi come nuovi leader nella gestione delle crisi internazionali a scapito proprio degli americani. L’ex-presidente della Bce sa di scommettere per  un ruolo storico in questo scacchiere, portando l’Italia ma soprattutto sé stesso, al centro degli equilibri internazionali e nei titoli dei libri di storia.

Russia e Cina stanno per entrare duramente nella questione afgana. Mosca ha già schierato migliaia di truppe ai confini del Paese, ufficialmente perché teme delle improbabili sortite talebane e terroristiche che possano arrivare fino alla Russia, in realtà perché vuole farsi trovare pronto qualora ci sia la possibilità di far tornare i russi in Afghanistan dopo oltre 30 anni dalla guerra sovietico-afghana. Putin, oltre a “mostare i muscoli” come sua abitudine, vuole anche porsi come attore capace di dialogare in tutte le questioni di politica internazionale, mettendo in campo anche una nutrita compagine di diplomatici. Le difficoltà americane sono un’occasione troppa ghiotta per non intervenire in modo deciso, mettendo in piazza l’inaffidabilità americana nelle questioni mediorientali.

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Il ministro degli Esteri cinese Wang Wenbin

La Cina ha già aperto un canale di dialogo con i talebani e ha lo stesso obbiettivo di Putin: mettere in cattiva luce gli Usa. “Gli eventi attuali in Afghanistan ci dicono chiaramente quali sono le regole e l’ordine di cui parlano gli Stati Uniti – ha affermato nei giorni scorsi l ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin -. Gli Usa possono condurre arbitrariamente un intervento militare in un paese sovrano senza sentirsi responsabili delle sofferenze delle persone in quel paese. Gli Usa possono andare e venire come vogliono e non hanno bisogno dell’approvazione della comunità internazionale. Gli Usa cercano costantemente di usare regole e ordine per difendere il loro comportamento egoistico e prepotente. Ma in quanti gli crederanno adesso?“. E’ un attacco durissimo che mostra le intenzioni di Pechino nel superare gli americani in quanto ad affidabilità internazionale, Putin permettendo.

Non solo, i cinesi vedono nel nuovo Afghanistan una grande possibilità di investimento economico, come stanno già facendo in molte altre parti. La volontà di Pechino non è quella di sostituirsi agli Stati Uniti nel ruolo di “poliziotto del mondo” (cosa che interessa di più la Russia, in verità) ma sa bene che il Paese è pieno di risorse economiche da sfruttare, oltre ad avere una posizione geografica strategica di altissimo rilievo.

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Queste sono le problematiche che Mario Draghi ben conosce e per cui si sta preparando. I rapporti degli Usa con Cina e Russia sono molto tesi e la sua presidenza al G20 sarà fondamentale per ricucire gli strappi e le volontà di protagonismo dei singoli paesi. Quasi di sottofondo a tutto questo c’è da affrontare la questione umanitaria, con migliaia di profughi afgani in fuga dal Paese e moltissimi altri che vorrebbero lasciare l’Afghanistan, temendo per le proprie vite. Il Presidente del Consiglio si prepara dunque a un ruolo delicatissimo in cui dovrà agire da grande stratega, non solo ponendosi come leader dell’Italia ma dell’intera Unione europea, apparsa come la forza più debole tra tutte quelle in gioco.

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