Elezioni amministrative 2021, Milano. Ecco i candidati: Gianluigi Paragone

Classe 1971, politico, giornalista e conduttore, spesso lo abbiamo visto sul piccolo schermo come opinionista politico, oggi è candidato a Milano con la sua lista Italexit.

La mia candidatura va oltre la destra e la sinistra. Presenterò una lista civica che, insieme ad altre, avrà un ruolo di outsider rispetto agli schieramenti consueti ” Così aveva annunciato Gianluigi Paragone la sua candidatura a guidare Palazzo Marino. Il senatore eletto nelle file del Movimento 5 Stelle, dopo essere stato espulso ha fondato “No Europa per l’Italia – ItalExit con Paragone”, e ha annunciato la sua candidatura nel corso del programma Omnibus in onda su La7. “Ho deciso di farlo – ha spiegato – perché per troppo tempo ho assistito e sto assistendo a una mutazione di Milano. Le città stanno cambiando pelle, e anche se Milano è considerata quella con meno problemi, in realtà non è così”.

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Quella dell’ex conduttore de La Gabbia è una mossa che ha colto un po’ di sorpresa il panorama milanese visto che Paragone non ha mai fatto politica attiva nel capoluogo lombardo. Tanto che in molti, alla classica domanda da sondaggi “chi è Gianluigi Paragone?”, non sanno dare risposta.  Interessante sarà capire come le idee di un sovranista possano attecchire in un città come Milano. Le tematiche del “No Euro, No Europa, No Austerity” fanno presa in tante altre città, non molto nel capoluogo lombardo dove l’europeismo milanese ha storicamente garantito un buon successo al Partito Democratico, anche in tempi non rosei per il centrosinistra. Gianluigi Paragone, con il suo movimento Italexit, sta giocando gran parte della sua campagna elettorale su una decisa opposizione alla certificazione verde, strizzando l’occhio ai movimenti no green pass che ormai spesso scendono in piazza a Milano e nel resto d’Italia

Il progamma

Nella sfida contro Beppe Sala e gli altri undici candidati in campo è sostenuto anche dalla lista Grande Nord. La coalizione, si legge nelle linee guida del programma, «nasce principalmente per restituire Milano ai cittadini, contro il monopolio delle grandi banche d’affari e delle multinazionali. La nostra è una proposta fortemente ideologica e si contrappone a quelle, identiche tra loro, del centrodestra e del centrosinistra». In caso di vittoria Paragone si impegna a «tassare i grandi del tech, senza alcuno sconto». Invece non agirà «come un esattore per conto di chi ci impone carichi insopportabili sulle spalle dei cittadini da quasi due anni, perciò non chiederemo il saldo delle cartelle esattoriali comminate nel periodo di crisi».

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Una grande novità sarebbe quella dell’introduzione di una moneta complementare emessa dall’ente locale. Paragone spiega nel programma che «darebbe impulso all’economia locale», la nuova moneta pubblica «aumenterebbe la propensione al consumo locale e rafforzerebbe i legami di comunità e di appartenenza territoriale. Sarà accettata per il pagamento parziale (insieme agli euro) di tasse e imposte locali e il successo dipende dall’accettazione volontaria da parte di imprese, commercianti e privati»

Il programma promuove inoltre la difesa delle botteghe storiche, proponendo di estendere lo status declinandolo come «bottega storica gold», per quelle con oltre 50 anni di attività, «bottega storica», «bottega di eccellenza» e «bottega milanesissima», per attività gestite da almeno tre generazioni in maniera continuativa che corrisponderanno a diversi gradi di sconti fiscali.

Si metterebbero male le cose per i cittadini di origine extracomunitaria che volessero aprire un bar o ristorante in città: il Comune, anticipa, «potrebbe chiedere di versare un fondo di garanzia pari ad almeno 5 anni di tutti gli oneri fiscali dovuti», o una fidejussione bancaria di 150mila euro.

Un’ altra idea sui cui si insiste è quella del potenziamento delle linee metropolitane grazie al quale si riuscirebbe a offire i trasporti  di superficie a un prezzo forfettario: un biglietto unico annuale di 20 euro e gratuito per i pensionati

Per risolvere il fenomeno delle «classi iperpopolate da immigrati», dove «i bimbi italiani non arrivano al 30%» propone «progetti pubblico-privato per favorire l’ingresso dei bambini stranieri in scuole comunitarie», in modo da alleggerire il peso sulle scuole pubbliche assicurandosi che i programmi siano svolti secondo l’ordinamento.

“La città che piace a noi non è soltanto luccichii e grattacieli, mentre la periferia viene abbandonata a sé stessa. La Milano che deve affrontare le sfide è quella delle periferie tanto quanto del centro. E la sinistra non può illudersi di vincere parlando soltanto al centro della città”.

 

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