Il Cantico di Gesù | Il Vangelo di oggi Mercoledì 6 Ottobre 2021

Il Padre nostro è il “Cantico di Gesù”, la preghiera che, proprio perché ce l’ha insegnata suo Figlio, Dio non può rifiutare.

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Liturgia di oggi Mercoledì 6 Ottobre 2021

  • MERCOLEDÌ DELLA XXVII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Tutte le cose sono in tuo potere
e nessuno può opporsi alla tua volontà.
Tu hai fatto il cielo e la terra
e tutte le meraviglie che si trovano sotto il firmamento:
tu sei il Signore di tutte le cose. (Cf. Est 4,17b-c)

Prima Lettura

Tu hai pietà per una pianta di ricino, e io non dovrei avere pietà di Ninive, la grande città?
Dal libro del profeta Giona
Gn 4,1-11

Giona provò grande dispiacere e ne fu sdegnato. Pregò il Signore: «Signore, non era forse questo che dicevo quand’ero nel mio paese? Per questo motivo mi affrettai a fuggire a Tarsis; perché so che tu sei un Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore e che ti ravvedi riguardo al male minacciato. Or dunque, Signore, toglimi la vita, perché meglio è per me morire che vivere!». Ma il Signore gli rispose: «Ti sembra giusto essere sdegnato così?».

Giona allora uscì dalla città e sostò a oriente di essa. Si fece lì una capanna e vi si sedette dentro, all’ombra, in attesa di vedere ciò che sarebbe avvenuto nella città. Allora il Signore Dio fece crescere una pianta di ricino al di sopra di Giona, per fare ombra sulla sua testa e liberarlo dal suo male. Giona provò una grande gioia per quel ricino.

Ma il giorno dopo, allo spuntare dell’alba, Dio mandò un verme a rodere la pianta e questa si seccò. Quando il sole si fu alzato, Dio fece soffiare un vento d’oriente, afoso. Il sole colpì la testa di Giona, che si sentì venire meno e chiese di morire, dicendo: «Meglio per me morire che vivere».

Dio disse a Giona: «Ti sembra giusto essere così sdegnato per questa pianta di ricino?». Egli rispose: «Sì, è giusto; ne sono sdegnato da morire!».

Ma il Signore gli rispose: «Tu hai pietà per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita! E io non dovrei avere pietà di Ninive, quella grande città, nella quale vi sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale – Dal Sal 85 (86)

R. Signore, tu sei misericordioso e pietoso.

Pietà di me, Signore,
a te grido tutto il giorno.
Rallegra la vita del tuo servo,
perché a te, Signore, rivolgo l’anima mia. R.

Tu sei buono, Signore, e perdoni,
sei pieno di misericordia con chi t’invoca.
Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera
e sii attento alla voce delle mie suppliche. R.

Tutte le genti che hai creato verranno
e si prostreranno davanti a te, Signore,
per dare gloria al tuo nome.
Grande tu sei e compi meraviglie:
tu solo sei Dio. R.

Il Vangelo di oggi Mercoledì 6 Ottobre 2021

Signore, insegnaci a pregare.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,1-4

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».

Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».

Parola del Signore.

Dio Padre
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Il Cantico di Gesù | Il commento al Vangelo di oggi Mercoledì 6 Ottobre 2021

Gesù ci insegna oggi la preghiera eterna, la preghiera universale che unisce il Cielo alla terra. Ci invita innanzitutto a chiamare Dio “Padre” “nostro”, facendo di noi tutti fratelli, e mettendoci subito in un atteggiamento di profonda confidenza con Lui. Ci invita a santificare il suo nome con la lode del cuore e soprattutto con le nostre opere e la nostra vita, la nostra testimonianza che è ciò che davvero opera questa unione tra lui e noi.

Quando ci insegna a dire “venga il tuo regno”, significa che chiediamo a Dio che sia fatta la sua volontà sulla terra e che il suo regno di amore vero si incarni in noi e già qui con noi, attraverso le nostre azioni e la sua grazia, tutta da accogliere.

Chiedendogli di darci “oggi” “il nostro pane quotidiano”, ci invita a chiedere a Dio ciò che ci spetta, che è nostro, e di cui abbiamo bisogno per vivere, sia sul piano spirituale che concreto. Inoltre ci invita a chiedere al Padre di perdonare i nostri peccati, e Lui ci perdona! In che misura? La misura la lascia scegliere a noi: è cioè la stessa con cui anche noi decidiamo di perdonare gli altri.


Il commento al Vangelo di ieri:


Non è forse un Dio misericordioso che ci invita ad esserlo a nostra volta? Con il “non abbandonarci alla tentazione”, Gesù ci insegna a chiedere a Dio di tenere il male lontano da noi, e di non abbandonarci quando esso cerca di spingerci lontano da Lui, peccando. Ma gli chiediamo anche di liberarci da ogni manifestazione del male, quindi da tutto ciò che ci reca male: dal dolore, dalla malattia, dalla disperazione.

Ecco come questa ultima parte risulta essere una richiesta di liberazione a Dio che tutto ascolta, e niente ignora di noi. Nella Prima lettura, Dio si dimostra accorato e ben lontano dall’essere indifferente alle nostre sorti, e di quella di tutte le creature: Io non dovrei avere pietà di Ninive, quella grande città, nella quale vi sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?“. Dio ha pietà di noi sempre, anche quando sbagliamo e meritiamo il suo sdegno. La preghiera del Padre nostro è il Cantico di Gesù che ci aiuta a metterci in contatto con Dio col nostro cuore, con la nostra mente e con tutti noi stessi e che, proprio perché ce l’ha insegnata suo Figlio, è la preghiera che Dio non può rifiutargli.

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