Massimo Galli e i concorsi truffati: criteri di valutazione ad hoc, minacce e promesse

Il virologo Massimo Galli è accusato di associazione a delinquere, turbativa d’asta, falso in atto pubblico. La Procura di Milano ritiene che il primario del reparto di Malattie infettive all’Ospedale Sacco abbia sistematicamente privilegiato i suoi candidati in alcuni concorsi attraverso stratagemmi consolidati. Uno di questi, in particolare, prevedeva l’assegnazione di punteggi supplementari in base a determinate pubblicazioni.

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Massimo Galli, primario del reparto di Malattie infettive all’Ospedale Sacco di Milano – meteoweek.com

Guai per Massimo Galli. Il noto virologo è nel mirino della Procura di Milano a fronte di una indagine su “collusioni e altri metodi di turbativa” messi in atto in occasione di decine di bandi, ritenuti truccati, che erano volti ad affidare incarichi a professori o ricercatori presso l’università Statale di Milano, l’università Bicocca e lo stesso ospedale Sacco. L’inchiesta, che al di là del capoluogo lombardo si estende agli atenei di tutta Italia – da Torino a Palermo –, si è sviluppata a seguito della scoperta di alcune intercettazioni in merito. Oltre al primario del reparto di Malattie infettive, sono indagate in totale 33 persone, nei confronti delle quali sono stati disposti provvedimenti di perquisizione e sequestro. Le ipotesi di reato sono di associazione a delinquere, turbativa d’asta, falso in atto pubblico.

Una domanda che in molti si stanno ponendo, ad ogni modo, riguarda il modo in cui Massimo Galli e gli altri indagati siano riusciti a condizionare sistematicamente gli esiti dei test, la cui verifica apparentemente sembrerebbe essere lineare in virtù dei rigidi parametri a cui ogni candidato è sottoposto. Le graduatorie, infatti, vengono stilate in base ai punteggi assegnati in virtù delle caratteristiche che rispondono ai criteri di valutazione. A rivelarlo sono state proprio le intercettazioni. Ciò che emerge da queste ultime, come si legge nel decreto della Procura di Milano, è “a dir poco sconcertante” e mette a fuoco un sistema ben accurato, che prevede varie vie per giungere allo scopo di favorire un candidato piuttosto che un altro. In primis, uno di questi, faceva sì che i criteri di valutazione fossero cuciti su colui che avrebbe dovuto vincere.

Il sistema di Massimo Galli

Uno dei concorsi sotto la lente di ingrandimento della Procura di Milano, come riporta il Corriere della Sera, è quello vinto a febbraio 2020 da Antonio Riva, uno dei candidati Massimo Galli. Il professore, secondo l’accusa, avrebbe definito i criteri di valutazione proprio in accordo con il diretto interessato. Lo stratagemma, in base a quanto rivelano le intercettazione, prevedeva che venisse assegnato un notevole punteggio ai candidati che avessero delle pubblicazioni in cui, a prescindere dal prestigio della rivista, il loro nome figurasse come primo o ultimo della lista di autori, non in mezzo al gruppo. Un criterio che, è emerso, veniva non a caso perfettamente rispettato da Riva. L’indice di impatto, dunque, era totalmente stravolto.

La compromissione fu palese all’altro candidato al bando, il professor Massimo Puoti, il quale avendo compreso che Antonio Riva avrebbe inevitabilmente vinto, si ritirò e si rivolse proprio a Massimo Galli e, da quanto emerge dalle intercettazioni, chiese un “credito” in vista di un altro concorso in programma a Napoli, trovando una assicurazione da parte del primario dell’ospedale Sacco. Persino l’ultima prova del vincitore, rimasto unico candidato, sarebbe stata truccata dal virologo, il quale avrebbe deciso i tre argomenti senza consultare gli altri due commissari provenienti dalle Università di Roma La Sapienza e di Palermo (Claudio Maria Mastroianni e Claudia Colomba), il quale ad ogni modo diedero la loro approvazione in fretta e furia.

Gli affari illeciti degli indagati sono confermati anche dalla testimonianza indiretta della segretaria di Massimo Galli, la quale in una telefonata – anch’essa intercettata – ad un’amica raccontava quanto accaduto, definendolo “sconcertante”. In particolare la donna era insofferente poiché il professore non badava a forma alcuna, compiendo le manovre quasi alla luce del sole. Si mostrava con gli altri due candidati, ad esempio, certo di quale sarebbe stato l’esito del concorso.

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Alcuni bandi incriminati mettevano in palio assunzioni all’ospedale Sacco di Milano – meteoweek.com

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Le accuse della procura

I pm della Procura di Milano, Luigi Furno e Carlo Scalas, dunque, ritengono che Massimo Galli insieme ad altri abbia messo in atto «un sistematico condizionamento dei concorsi per assegnare il titolo di professore nella Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Milano» attraverso tre strade diverse: la nomina di commissari che potessero accettare le sue manovre illeciti; l’introduzione di criteri di valutazione creati ad hoc per il candidato che avrebbe dovuto vincere; lo scoraggiamento – diretto o indiretto – dei candidati più promettenti al fine di favorire i suoi prediletti.

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