Covid: familiari delle vittime chiedono una vera Commissione d’inchiesta

L’attuale Commissione d’inchiesta non sarebbe sufficiente perché non indaga sulle responsabilità dei politici e dell’OMS

Mentre in tutta Italia fioccano manifestazioni contro l’obbligo di Green Pass e per la libertà di scelta vaccinale, diversi familiari delle vittime del Covid, raccolte in una associazione, hanno promosso una raccolta firme, arrivata già a 3mila firme, per chiedere una vera Commissione d’inchiesta parlamentare sulla gestione della pandemia della Italia. Molti di loro sono residenti della zona di Bergamo e aderiscono alla causa civile al Tribunale di Roma intrapresa contro il Ministero della Salute e la Regione Lombardia.

In realtà la Commissione d’inchiesta, a cui aderiscono quasi tutti i partiti dell’arco parlamentare, esiste già ma i firmatari ritengono che sia “monca” perché indaga solo sulle possibilità responsabilità della Cina sulla pandemia e si riferisce al periodo prima della dichiarazione di emergenza sanitaria diffusa dall’Oms il 30 gennaio 2020. Per i firmatari vi è la stretta necessità che la “Commissione torni a essere e ad avere lo scopo originario perché solo così a tutti gli italiani verrà garantito il diritto di conoscere la verità su quanto è successo e perché la strage non si ripeta più”.

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Stando a quanto dichiarato dall’avvocato Consuelo Locati del team dei legali della causa civile, questa Commissione “rappresenta uno schiaffo morale indecente agli italiani” poiché non approfondisce “il ruolo delle scelte dei politici italiani nella gestione della pandemia. Inoltre non indagare sulle responsabilità dell’OMS “porterebbe a non svolgere indagini sulla rimozione del rapporto firmato dall’ex funzionario dell’Organizzazione Francesco Zambon in cui, stando a quanto accertato dalla Procura di Bergamo, venne postdatato il piano pandemico per farlo apparire aggiornato“.

I documenti del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) di cui siamo entrati in possesso – continua l’avvocato Locati – mostrano che i primi casi di Covid-19 registrati in 16 paesi europei hanno avuto origine dall’Italia. I contagi sono stati registrati tra il 22 febbraio 2020 e il 7 marzo 2020, pochi giorni prima che l’Italia entrasse in pieno lockdown nazionale. Un altro documento inoltre, datato 24 febbraio 2020 e contenente i verbali di una riunione del comitato per la sicurezza sanitaria europea, affermava che ‘al momento in Italia non viene effettuato alcun screening di uscita’. Questo vuol dire che le persone uscivano dall’Italia senza essere controllate. Non solo dunque le responsabilità sono interne al nostro Paese ma anche rivolte all’esterno”. La documentazione è stata ripresa anche da un articolo apparso sul quotidiano britannico The Guardian.

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L’Italia è stato il primo Paese occidentale a segnalare un focolaio e ha il secondo più alto numero di morti legate al Covid in Europa, attualmente ben 131.335 vittime, seguito dalla Gran Bretagna con 137.763. Per i parenti delle vittime avere una Commissione d’inchiesta che indaghi sulla pandemia non servirà solo ad accertate le responsabilità di tale ecatombe ma anche ad ottenere chiarezza e costruire una risposta migliore alle prossime pandemie.

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