Proteste al porto di Trieste per il Green Pass. Rischio paralisi economica

I lavoratori del porto di Trieste rifiutano il vaccino e annunciano il blocco dei lavori. La protesta rischia di estendersi in tutta Italia

Rischio caos al porto di Trieste dove il Coordinamento dei lavoratori portuali minaccia di bloccare le operazioni del porto se non verrà tolto l’obbligo di Green Pass per i lavoratori. “Noi come portuali ribadiamo con forza e vogliamo che il messaggio sia chiaro che non scendiamo a patti fino a quando non sarà tolto l’obbligo di Green Pass per lavorare, non solo per i lavoratori del porto ma per tutte le categorie” si legge nel comunicato stampa diffuso dal Coordinamento che annunciano le proteste per venerdì 15 ottobre, quando entrerà appunto in vigore l’obbligo del lasciapassare per i lavoratori sia del settore pubblico che privato.

Le manifestazioni di protesta sono iniziate già lunedì e rischiano di protrarsi per un lungo periodo, mettendo a rischio il traffico di uno dei maggiori porti italiani e del Mediterraneo da cui transitano 62 milioni di tonnellate annue di merci, di queste il 75% sono prodotti petroliferi. Alla manifestazione di lunedì, insieme ai portuali, sono scesi in piazza anche tassisti, insegnanti e lavoratori sanitari sospesi. Quasi 15mila persone in protesta sostenendo che il vaccino “fa più morti del Covid“.

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E’ un mese che qui a Trieste facciamo cortei per sensibilizzare il Governo” dice Stefano Puzzer, portavoce dei portuali del capoluogo friulano, intervistato su La7. “Siamo pronti a bloccare tutto. Al momento abbiamo noi la responsabilità di dire noi al Green Pass, non lo vogliamo per nessun lavoratore. Non capiamo come mai lo Stato non si sia preso questa responsabilità, obbligando i cittadini a fare il vaccino” afferma il portuale triestino. E aggiunge “Chiediamo al Governo il rispetto della libera scelta delle persone. Il 40% dei miei colleghi non è vaccinato, la libertà di chiunque va rispettata. Con l’obbligo vaccinale tutto questo non ci sarebbe“.

Il presidente del porto, Zeno D’Agostino, minaccia dimissioni nel caso in cui il blocco dovesse andare a oltranza. E è proprio lui uno degli obiettivi del comunicato del Coordinamento dei lavoratori del porto di Trieste. “Ricordiamo al presidente D’Agostino che nel momento in cui lo Stato lo ha colpito i suoi portuali lo hanno difeso a oltranza. Ora che i portuali hanno deciso di difendere loro stessi e le altre categorie di lavoratori, con le sue dimissioni dimostra di non volere lottare al loro fianco” si legge nel testo.

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Oggi circola l’ipotesi che siano le aziende che operano nel porto di Trieste a pagare i tamponi ai lavoratori che non intendono vaccinarsi così da avere al copertura sul Green Pass, un accomodo che potrebbe arrivare fino al 31 dicembre. Ma dal sindacato dei portuali avvertono che l’accordo non è fattibile: “Nulla di tutto ciò ci farà scendere a patti. Non solo noi, ma tutte le categorie di lavoratori“.

Ma a rischio non c’è solo il porto di Trieste, avverte ancora il portavoce Puzzer: “L’unica apertura nei nostri confronti è togliere il Green pass. Il blocco di venerdì è confermato, oggi ci saranno sorprese perché non si fermerà solo il porto di Trieste”. Il timore è che la protesta possa estendersi anche ad altri importanti hub marini come quello di Genova. “Non mi fermerei a quello di Genova, quasi tutti i porti si fermeranno. Stasera ne avremo conferma” conferma il portavoce. Un danno economico incalcolabile qualora dovesse davvero verificarsi. “Il danno economico, se ci sarà, sarà causato dalla testardaggine del solo governo italiano a mantenere questa misura criminale – continua Puzzer – . Speriamo che in giro per l’Europa vengano tutti a tirare le orecchie al governo italiano affinché tolga questo decreto”.

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