Non si fermano le proteste dei lavoratori portuali contro il Green Pass, si rischia il blocco dei trasporti

I lavoratori portuali non accettano la scelta del governo e continuano la protesta contro l’entrata in vigore del green pass. Una delle preoccupazioni più grandi riguarda il settore dei trasporti, che potrebbe subire già a partire da domani, un vero e proprio blocco

Getty Images

Manca solo un giorno per l’entrata in vigore ufficiale del passaporto vaccinale nei luoghi di lavoro, e il timore adesso è quello che il dissenso contro questa nuova misura possa manifestare fin da subito le sue conseguenze sul tessuto economico del paese.

Un autotrasportatore su tre in Italia non ha il green pass

Getty Images

Le associazioni dell’autotrasporto hanno infatti lanciato l’allarme: al momento, circa il 30 per cento degli autotrasportatori è sprovvisto di green pass, così come lo sono l’80 per cento degli autisti stranieri, trattandosi di un provvedimento introdotto in questi termini soltanto nel nostro paese. Numeri che fanno capire quanto il rischio di un blocco dei trasporti su strada sia più che mai concreto. C’è poi la scelta dei lavoratori portuali di Trieste, che ormai da giorni minacciano di bloccare tutte le attività portuali se il governo non si decide ad intervenire. Ai Microfoni di Sky Tg24, Stefano Puzzer, che si occupa di coordinare i lavoratori portuali, ha dichiarato che la protesta non si fermerà fino a quando l’esecutivo non farà un passo indietro sul green pass”. In caso contrario “andremo avanti ad oltranza con la nostra protesta”. L’Agenzia di stampa nazionale Agi ha poi raccolto in queste ore la testimonianza di Josè Nivoi portavoce del Collettivo autonomo lavoratori portuali di Genova. L’uomo ha annunciato un nuovo presidio in città contro il green pass nella giornata di domani: “Noi a lavorare ci vogliamo andare, perché portiamo il pane a casa così. E anche le aziende vogliono lavorare: ecco perché ci deve essere una mediazione, per forza. Non è una guerra. Il presidio di domani rientra in questa posizione. Se però, anche sulla base di una cosa ragionevole come la gestione del tampone, loro (aziende, ndr) non accolgono la proposta o hanno ‘niet’ totali, certamente impugniamo questa decisione, non sulla base di posizioni no vax o no green pass, ma sulla base della sicurezza dei lavoratori”. La rabbia è in particolar modo diretta verso le aziende che si rifiutano di concedere tamponi gratuiti ai dipendenti: sono ancora troppe poche, spiega Nivoi, quella che hanno dato la loro disponibilità in tal senso.

Leggi anche:  Covid, Le Foche: “La normalità è vicina, difficile che Il virus riparta”

Leggi anche: Nei campi in 100mila senza Green Pass, Coldiretti: “A rischio raccolta e vendemmia”

L’attivista ha poi affermato che quella che sta portando avanti è una battaglia per la sicurezza dei lavoratori e il rispetto dei loro diritti, anche perché  “il vaccino è un mezzo per tutelare la vita dei lavoratori, ma non è l’unico modo per tutelarla – dice Nivoi all’AGI – Anche chi ha il vaccino infatti può essere portatore di covid, quindi se si vogliono evitare focolai covid, bisogna che si attuino delle procedure per evitare contagi: un modo è il tampone. Non è possibile però che sia a carico dei lavoratori”

Impostazioni privacy