20 milioni i bambini in povertà in tutta Europa: in Italia se ne contano un milione

Rischiano di essere vanificati tutti i progressi dell’Unione Europea e dei singoli Paesi. In aumento la povertà minorile in Europa. Nonostante l’Europa sia una delle regioni più ricche e con poche diseguaglianze, i livelli di povertà registrati sono inaccettabili. Circa 20 milioni sono i bambini che vivono in povertà.

In tutta Europa milioni di bambini vivono in enorme difficoltà per vari motivi. Assente o scarso l’accesso all’istruzione e ai servizi educativi. Molti altri milioni di bambini non hanno una alimentazione sana, causando un aumento di obesità e di malnutrizione. Anche la salute mentale sta diventando una sfida in tutti i Paesi e la maggior parte dei bambini poveri in Europa vive in condizioni abitative non idonee o in situazioni di sovraffollamento, dovendo far fronte alla perdita della casa oppure al rischio di sfratto.

Il rapporto di Save The Children

Save The Children ha stilato un rapporto “Garantire il futuro dei bambini – per porre un limite alla povertà dei minori e all’esclusione sociale” in cui sono analizzati 14 paesi europei, dei quali cinque sono extra europei e nove europei. Secondo questo documento i bambini che soffrono la povertà sarebbero più di un milione. “Le stime mostrano che nel 2020 i bambini poveri sono 200.000 in più rispetto all’anno precedente”, questo è quanto si legge a proposito dell’Italia. I dati sono riferiti al 2020, quando si è registrato un peggioramento delle condizioni dovuto anche alla pandemia covid. L’Italia, insieme ad altri paesi come Romania, Lituania e Spagna ha “iniziato a introdurre necessarie riforme“, “che richiedono almeno il 5% di fondi da stanziare per ridurre la povertà infantile, l’esclusione sociale e migliorare il sistema di assistenza sociale per i bambini e le loro famiglie”, come si legge nel rapporto di Save the Children. I bambini più deboli e più colpiti dalla povertà sono quelli che vivono in famiglie numerose o con un genitore, oppure nelle aree rurali o più svantaggiate, appartenenti a minoranze etniche, con disabilità e con un background migratorio. È a rischio povertà in Svezia, il 58% di tutte le famiglie con un solo genitore di origine straniera così come fanno parte di famiglie mono genitoriali il 45,2% dei bambini che ricevono aiuti sociali in Germania. In Spagna e in Romania la soglia di povertà colpisce un bambino su tre. Nella ricca Germania il rischio povertà riguarda un bambino su quattro. Decisamente più grave invece la situazione nei Balcani Occidentali, qui i tassi di povertà minorile, già in passato, oscillavano dal 20,7% in Kosovo, 30,6% in Bosnia-Erzegovina e 49,4% in Albania. In Irlanda del Nord, più poveri sono i bambini delle comunità etniche, con due bambini su tre (66%) che crescono in povertà, quasi tre volte la cifra nazionale. In Italia, c’è più povertà nelle famiglie numerose con almeno cinque membri e le famiglie che hanno un background migratorio, mentre in Spagna e nei Paesi Bassi, sfatando il mito che la povertà cresca nelle famiglie con genitori che non hanno un lavoro, circa il 40% dei bambini a rischio povertà proviene da famiglie che invece lavorano.Anche la “privazione abitativa” è un fattore da considerare.

Si legge infatti nel rapporto che “Nella maggior parte dei paesi, le famiglie povere vivono in famiglie inadeguate e sovraffollate, che spesso condividono le proprie case con famiglia a causa degli alti canoni degli affitti e delle risorse finanziarie insufficienti della famiglia. Il rischio di sfratto è anche una sfida seria, soprattutto in Italia, Spagna, Romania e Nord Irlanda”. L’obesità è un ulteriore fattore che incide sulla povertà, infatti secondo il rapporto di Save the Children si legge che “i bambini bisognosi in tutta Europa sono spesso in sovrappeso o affrontano obesità. In Italia, ad esempio, il 20,4% dei bambini è in sovrappeso e il 9,4% deve affrontare l’obesità”.Ci sono paesi europei che sono considerati” virtuosi” come Danimarca, Svezia e Lituania, che sono considerati gli unici paesi tra i nove della comunità europea, presenti nel rapporto di Save the Children, in cui i tassi di povertà minorile sono diminuiti durante la pandemia.

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