Cos’è il G20? Storia e criticità del forum delle grandi economie mondiali

Oggi inizia a Roma il forum che riunisce le principali economie mondiali. Ma cos’è il G20? Cosa significa per l’Italia ed il mondo?

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Il G20 è l’ultima di una serie di iniziative del secondo dopoguerra volte al coordinamento internazionale della politica economica. L’idea del G20 nasce al vertice di Colonia del G7 nel giugno 1999 e risulta, poi, formalmente istituito alla riunione del G7 1999. Tra i tanti organismi esistenti, quindi, è piuttosto recente ma ha assunto negli anni un’importanza sempre maggiore. Al Vertice di Pittsburgh, nel 2009, i Capi di Stato e di Governo decisero di istituzionalizzare il G20 come principale forum di cooperazione economica globale. Dal 2010, i Leader del G20 si riuniscono con cadenza annuale.

Il G20 (letteralmente gruppo di 20) è composto da 19 nazioni e dall’Unione Europea. Il numero però non deve ingannare, poiché ci sono sempre nazioni o organizzazioni invitate a partecipare al summit. Ad esempio la Spagna e l’ASEAN non sono membri ma vengono invitati ad ogni summit. Le nazioni partecipanti sono scelte perché sono le più grandi economie al mondo, sia paesi industrializzati che in via di sviluppo. Per questa ragione al G20 viene rappresentato il 60% della popolazione mondiale e l’80% del pil mondiale.  Già a partire da questi dati è possibile vedere che il focus primario del G20 è l’economia ma negli anni i temi sono stati vari.

 Come funziona il G20?

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 Il G20 non è provvisto di un segretariato permanente. L’agenda del Gruppo e le sue azioni vengono decise dalla Presidenza di turno, anche con l’aiuto di altri Paesi membri. Per garantire la continuità dell’attività del forum si ricorre ad una “Troika”, composta dal Paese che detiene la Presidenza, il suo predecessore ed il successore. La Troika attuale è costituita da Arabia Saudita, Italia e Indonesia.

L’approfondimento di questioni specifiche di rilevanza internazionale è affidato ai Gruppi di Lavoro composti da esperti dei Paesi membri. Ogni Gruppo è coordinato da un rappresentante del Ministero della Presidenza di turno, competente per la specifica tematica.

Le critiche al G20

 Il G20 ha spesso affermato che il “peso economico e l’ampia composizione del gruppo gli conferiscono un alto grado di legittimità e influenza sulla gestione dell’economia globale e del sistema finanziario”. Nonostante ciò la sua legittimità siè trovata più volte messa in discussione. Un rapporto del 2011 per l’Istituto Danese di Studi Internazionali ha criticato l’esclusività del G20, sottolineando in particolare la sua sottorappresentazione dei paesi africani. La pratica di invitare osservatori di stati non membri viene, infatti, definita da alcuni come una mera “concessione ai margini”. Solo il Sud Africa, su 54 paesi, fa parte del forum nonostante il continente africano sia al centro di molte crisi rilevanti a livello mondiale.

Per quanto riguarda la questione dei membri, l’ex presidente degli USA Barack Obama ha notato la difficoltà di accontentare tutti. “Tutti vogliono il più piccolo gruppo possibile che li includa. Quindi, se sono la 21a nazione più grande del mondo, vogliono il G21, e pensano che sia altamente ingiusto se sono stati tagliati fuori”.

Cos’è il G20 per l’Italia e per il mondo?

Le riunioni del G20 possono essere più di una foto formale con un comunicato che cambia a malapena le misure politiche sostanziali. Si è visto nelle prime due riunioni dei leader del G20 nel 2008 e nel 2009. Gli accordi dell’epoca hanno contribuito a mettere un freno alla caduta libera dell’economia globale. La chiave è la comunanza della minaccia. Non che ogni economia debba soffrire nello stesso modo e quantità delle altre, ma che tutte le economie devono muoversi nella stessa direzione.

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La tradizionale attenzione macroeconomica e finanziaria del G20, tuttavia, non è sufficiente, anche con una maggiore attenzione alla spesa sanitaria pubblica. Sarà necessaria un attenzione a tematiche sociali e ambientali sempre più urgenti.

Cos’è il G20 oggi per il mondo? Cooperazione. Il modo in cui il G20 affronta le crisi di oggi avrà ramificazioni che persisteranno molto tempo. Negli ultimi anni, la struttura della cooperazione internazionale costruita dopo la seconda guerra mondiale si è sfilacciata come mai prima. In tutto il mondo, i nazionalisti economici stanno opportunisticamente allontanando i governi. Le risposte nazionalistiche alle attuali sfide condivise non solo saranno collettivamente dannose, ma lasceranno anche un’eredità di sfiducia accresciuta nella cooperazione. Un’azione produttiva del G20 ora offrirà guadagni immediati a livello mondiale in termini di vite salvate e posti di lavoro recuperati. Senza contare l’importanza di dimostrare il potere della cooperazione globale.

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