Il premier sostiene in conferenza stampa che i non vaccinati rappresentano i 3/4 dei decessi per Covid. Ma i dati dell’Istituto Superiore di Sanità lo smentiscono.
Viviamo in un periodo storico in cui è difficile accettare questa segregazione che stiamo lentamente attuando nei confronti dei non vaccinati. “Non lasciate entrare i non vaccinati nelle vostre case”, recitava un simpatico manifesto appeso ad Alì Terme a ridosso delle vacanze natalizie, promosso dal commissario per l’emergenza Covid di Messina.
I non vaccinati muoiono, spiegava il nostro premier Mario Draghi alcune settimane fa, come se questo non accadesse invece a coloro che decidono di sottoporsi a questa sperimentazione di massa.
“Il vaccino funziona anche contro le varianti e tre quarti dei morti sono non vaccinati”.
Che il vaccino funzioni contro le varianti è un tema complesso, e se ad esempio si vuole qui sostenere che questo vaccino funzioni contro Omicron, qualcuno mi dovrebbe allora spiegare come mai in questi giorni abbiamo avuto il più alto picco di contagi da inizio pandemia. Ma la frase davvero grave, la menzogna più inaccettabile arriva subito dopo: “tre quarti dei morti sono non vaccinati”. Ecco dunque che il nostro premier continua a puntare il dito, in modo tutt’altro che velato, contro i non vaccinati, contro coloro che rivendicano il diritto di dire no a un trattamento sperimentale di dubbia sicurezza. Oltretutto non verificabile, considerato che il mondo intero ha deciso, in accordo con le case farmaceutiche, di mantenere segreti i dati e di scegliere la farmacovigilanza passiva, ovvero il sistema meno scientifico della storia, per monitorare le reazioni avverse.
Una bugia inaccettabile quella di Draghi, che testimonia quanto siano profonde le contraddizioni con cui la politica sta gestendo questa pandemia, quanto forte sia la volontà di discriminare chi dice di no, chi non si piega a quello che, con l’entrata in vigore degli obblighi, è diventato un diktat sanitario che nulla ha a che fare con la democrazia, con il rispetto dei diritti delle minoranze.
No, i non vaccinati non rappresentano i tre quarti dei morti di Covid delle ultime settimane.
Lo dicono i dati ufficiali che il governo ci permette di visionare. Basta semplicemente andare a consultare l’ultimo rapporto dei decessi da Covid pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità per attestare con quanta facilità Draghi abbia citato un dato che non esiste.
I numeri parlano chiaro. Il 50 per cento dei morti per Covid nell’ultima rilevazione sono vaccinati, punto. Non si discute qui sul vaccino, se non funziona, non è efficace, o tutte le millemila obiezioni che si possono fare in merito.
Resta però il fatto Draghi ha mentito, ha citato un dato smentito dalla massima autorità pubblica in Italia. Una fake news infinitamente più grave di quelle che il governo si propone di combattere. Quegli stessi dati che Draghi decide di ignorare perché trova più conveniente mentire. Forse per continuare a foraggiare quella che ormai si sta configurando come una vera e propria Apartheid vaccinale. Sarebbe saggio che tutti si ricordassero che, con le attuali disposizioni di zona arancione, nonostante sia acclarato che vaccinati e non vaccinati contagiano, il governo ha comunque deciso che si possono imporre lockdown soltanto a coloro che hanno detto no al vaccino. Io da non vaccinato, se entro in zona arancione e non ho possibilità materiale-economica di fare tamponi, non posso nemmeno uscire a fare una passeggiata da solo in campagna tra le 22 e le 5.
Se non è segregazione questa.
Se poi a questo aggiungiamo la caccia delle streghe avviata dalle ViroStar alla Bassetti (secondo cui settimane fa era il momento giusto per punire i Novax e imporgli quindici giorni di lockdown), la facilità con cui il premier confonde i dati per foraggiare, che se ne renda conto o meno, la discriminazione nei confronti dei non vaccinati, il risultato è scontato.
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Abbiamo abbandonato la democrazia in favore di un nuovo mondo.
Un mondo in cui esistono cittadini di serie A e di serie B che devono odiarsi tra loro come primo atto di una nuova realtà. Una realtà in cui se rifiuti di sottoporti al trattamento sperimentale gentilmente offerto dello stato, la tua libertà non esiste più. Diventa invece una “libertà condizionata”, come ricorda Giorgio Agamben, vincolata alla cessione della proprietà del corpo in favore di un bene collettivo, concetto molto più vicino alla filosofia nazista che alla democrazia.
La segregazione è già iniziata e adesso si tratta soltanto di scegliere da quale parte della storia schierarsi.