Bonus psicologo: il fantasma di cui si riparlerà ad ogni suicidio

Se n’era parlato a lungo di questo bonus per la salute della psiche.

Il Governo aveva ricevuto numerosi elogi per questa bella idea che andava a lenire proprio uno dei nervi scoperti della pandemia di Covid. Ma adesso salta fuori la notizia che il bonus psicologo non ci sarà. È una notizia un po’ inattesa e sulla quale vale la pena riflettere da vari punti di vista. Innanzitutto stride un po’ il non riuscire a trovare fondi per curare i problemi psichici alle volte gravissimi, emersi dalla pandemia di Covid, mentre si è innaffiata l’edilizia con una quantità di danaro ormai quasi incalcolabile e che peraltro ha generato ben 4 miliardi di truffe. In secondo luogo è evidente come si sottovalutino pesantemente le gravi conseguenze che il Covid ha lasciato nella psiche di tanti e soprattutto dei più giovani e dei più soli.

Sarebbe stato opportuno

Numerosi studi italiani e stranieri hanno approfonditamente sottolineato come i vari tipi di ansia e di depressione (anche di intensità grave) si siano letteralmente moltiplicati dopo la pandemia. Dunque non è chiaro il perché di questa marcia indietro. Ma anche dal punto di vista della comunicazione politica, questo proporre un bonus su una materia così incredibilmente delicata e poi rimangiarselo è un autogol inverosimile. Infatti ad ogni caso di suicidio che si verificherà in questo 2022, i cittadini o la stampa potranno tranquillamente andare con la mente al bonus psicologico fantasma e chiedersi se magari questo insano gesto non si sarebbe potuto evitare con un po’ di supporto in più. L’Italia dal punto di vista della psicologia e della pedagogia è messa veramente male.

Psicologi e pedagogisti non sono tenuti in nessuna considerazione dalle istituzioni e la mancanza di un esperto pedagogico e di uno psicologo nelle scuole si fa sentire.  L’auspicio di tanti è che il Governo magari con una misura successiva, ripensi al bonus psicologo perché le conseguenze sulla psiche sono meno evidenti, ma più gravi di ciò che può apparire.  Non si contano le reazioni indignate a questa novità da parte degli esperti del settore. Sarebbe assai sbagliato bollare questa alzata di scudi come una difesa partigiana della propria categoria.

Una pandemia di sofferenze nascoste

In realtà da quando è scoppiata la pandemia, chi lavora nel settore della pedagogia e della psicologia ha potuto realmente toccare con mano come sia il fenomeno della pandemia che il conseguente lockdown abbiano inciso profondamente nella psiche delle persone e dunque chi oggi da quello stesso mondo si scandalizza per la mancanza del bonus lo fa semplicemente perché si rende conto che sarebbe stato utile. Ad ogni nuova ondata di Covid gli esperti evidenziano come l’ansia, la depressione, la predisposizione al burnout lavorativo, incrementino sempre di più.

Sia la pandemia che l’isolamento contribuiscono a slatentizzare tante patologie dormienti in individui che magari sino ad oggi erano apparsi perfettamente sani. A chi aveva una patologia già conclamata, poi, questo stato di cose progressivamente la acutizza. Di conseguenza la pandemia di Covid ha portato con sé una sorta di pandemia gemella di natura psichica che però è più occulta e a quanto pare anche meno considerata.

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Ma in Italia questo è un male antico: la salute ed il benessere della mente sono sistematicamente il fanalino di coda degli interventi nel campo della salute.

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Tuttavia interventi di questo tipo devono essere messi in campo e speriamo si crei sul tema la necessaria sensibilità tra le forze politiche.

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