Al posto del campione serbo in campo ci sarà l’italiano Caruso. L’Australia ha annullato il visto
Novak Djokovic sarà mandato via dall’Australia, come stabilito dalla Corte federale del Paese che ha cancellato il suo visto. Il tribunale ha rigettato il ricorso contro quanto aveva stabilito il ministro Hawke e ora il campione non potrà più prendere parte agli Australian Open, che avranno inizio domani, 17 gennaio. Oltre a non poter più partecipare al torneo, dovrà anche pagare le spese processuali. Il campione ha commentato:«Sono deluso dalla sentenza, adesso mi riposerò e spero di poter tornare presto a giocare l’Australian Open».
Al suo posto giocherà l’italiano Salvatore Caruso. Djokovic aveva vinto ben nove volte il torneo. Dopo l’annullamento del suo visto, il tennista ha detto:«Ora mi prenderò un pò di tempo per riposarmi e riprendermi, prima di fare ulteriori commenti oltre a questo. Sono estremamente deluso dalla sentenza della Corte che ha respinto la mia richiesta di riesame giudiziario della decisione del Ministro di annullare il mio visto, il che significa che non posso rimanere in Australia e partecipare agli Australian Open. Rispetto la sentenza della Corte e collaborerò con le autorità competenti in relazione alla mia partenza dal Paese».
Il numero uno al mondo del tennis ha proseguito:«Sono a disagio per l’attenzione che c’è stata nelle ultime settimane su di me e spero che ora possiamo concentrarci tutti sul gioco e sul torneo che amo. Vorrei augurare ai giocatori, ai funzionari del torneo, allo staff, ai volontari e ai fan tutto il meglio per il torneo e spero di tornare a giocare gli Australian Open. Infine, vorrei ringraziare la mia famiglia, i miei amici, la mia squadra, i tifosi e i miei compagni serbi per il continuo supporto. Siete stati tutti una grande fonte di forza per me», ha chiosato.
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Durante la discussione per il ricorso contro il secondo annullamento del visto del campione, il legale Nick Wood ha ribattuto alla tesi del ministro Hawke secondo cui la presenza di Djokovic avrebbe fatto crescere il consenso verso i no vax e il rischio di proteste. Wood ha replicato che «il ministro non ha considerato lo scenario alternativo. Se Djokovic sarà espulso, una scelta che comprometterà la sua carriera, è abbastanza scontato che sarà questa decisione a poter generare sentimenti no vax».
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Gli avvocati non avrebbero intenzione di fare nuovamente ricorso, e lo stesso Djokovic ha preferito non intervenire in udienza. L’avvocato del governo australiano ha commentato invece che il tennista «non ha mai presentato prove materiali che non si sia vaccinato per una qualche ragione medica. Al momento della decisione del ministro, il fatto che non fosse vaccinato era ben noto e inequivocabilmente conosciuto. Tutti potrebbero arrivare alla conclusione che se Djokovic non si sia vaccinato finora, lo abbia fatto per scelta». In breve, secondo l’avvocato del governo, il ministro Hawke non deve dimostrare che Djokovic farà accrescere sentimenti no vax, ma solo che sarebbe in grado di farlo e questo a quanto pare è sufficiente, come dice il legale, per optare per la revoca del visto secondo legge.