Quarantena ridotta con la terza dose, l’opinione degli esperti

Per Bassetti, Mastroianni e Pregliasco sono misure giuste ma invitano a non abbassare la guardia sul virus. Contrario invece Crisanti

Sono cambiate le regole per la quarantena qualora si sia provveduti a ricevere la dose booster oppure si sia ricevuta l’inoculazione di vaccino anti-Covid da meno di quattro mesi . Tempi più brevi, qualora si sia positivi ma asintomatici è previsto un auto-isolamento di 7 giorni. Passa a 10 qualora si abbiano sintomi, mentre se si è entrati in contatto con un positivo, si sia privi di sintomi e con tampone negativo allora è prevista la semplice auto-sorveglianza con l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2 fino al decimo giorno. Ovviamente alla fine di questi è richiesto un tampone negativo molecolare per potere accertare la negatività del soggetto.

Posizioni diverse tra gli esperti sulle nuove regole diventate operative dal 10 gennaio. Per il presidente della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e ordinario di Malattie infettive all’Università Sapienza di Roma, Claudio Mastroianni, “i Cdc americani raccomandano una riduzione delle quarantene, credo che anche in Italia sia arrivato il momento di una riflessione nella gestione soprattutto degli asintomatici, ma con alcune accortezze anche alla luce della possibilità di delegare il controllo alla responsabilità del cittadino. Ma sulla tempistica si potrebbe riflettere“.

Quello che mi preoccupa ancora è che Omicron non ha soppiantato del tutto Delta che continua a circolare. Se nelle prossime settimane avremo una maggior certezza del quadro, si potrebbe pensare ad una riduzione dell’isolamento per chi è positivo asintomatico, ma che ha fatto anche la dose booster” conclude Mastroianni.

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D’accordo con la misura Fabrizio Pregliasco, virologo e docente dell’Università Statale di Milano. “Una mossa giusta per la transizione verso una nuova normalità. È un po’ un destino di convivenza, sapendo che effettivamente il dato anche di Omicron ribadisce una presenza e una contagiosità concentrata nei giorni” sostiene il professore. “Ci sono dei margini di rischio, ma si può fare per governare in qualche modo una situazione che sperabilmente porterà magari altre onde, ma non così pesanti nel prossimo futuro. Per adesso la riserverei agli asintomatici, poi in funzione dell’andamento vedremo se può essere estesa in modo progressivo“.

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Dello stesso avviso Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive al San Martino di Genova. “In Italia dobbiamo gestire le quarantene in modo autonomo. Ovvero, io positivo mi faccio in autogestione un altro tampone e se è negativo esco, senza leggi o leggine e tutta questa burocrazia legata alle quarantene” sostiene Bassetti che avverte i cittadini di non abbassare la guardia. “Usciamo da questo modo senza senso della gestione di oggi. Se vogliamo convivere con il virus, dobbiamo trattare chi è positivo sintomatico come abbiamo sempre trattato l’influenza. Si sta a casa fino a quando non si è contagiosi e si verificherà o con la scomparsa dei sintomi o con l’uso dei tamponi in autosomministrazione, come fanno già alcune Regioni” conclude.

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Scettico invece sulle scelte del Governo invece il microbiologo dell’Università di Padova Andrea Crisanti. “Non posso commentare la misura di lasciare liberi i positivi asintomatici vaccinati con booster dopo un isolamento ridotto a 5 giorni. Gli Usa hanno deciso così ma non posso dire se i tempi sono maturi in Italia per una svolta di questo tipo. Perché bisogna prima di tutto vedere che impatto ha questa misura” afferma Cristanti. “Non è che tutti quanti dobbiamo scimmiottare il primo che si mette a sperimentare una cosa. Prima vediamo se funziona o siamo all’improvvisazione. Negli Usa hanno fatto questa cosa, ne vedremo gli effetti tra poco“.

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