Minorenne scende dal treno, due uomini la seguono e la violentano

Due anni fa l’aggressione sessuale ai danni di una 17enne. Adesso per i due violentatori arriva la condanna.

Due anni fa attimi di terrore per lei, diciassettenne violentata da due uomini che l’avevano seguita fin sotto casa dopo averla vista scendere dal treno. Per il fatto, accaduto a Valmontone in un gelido pomeriggio, il Comune si è costituito parte civile nel processo a sostegno della giovane vittima e della sua famiglia che adesso, forse, con la condanna degli aguzzini, potrà recuperare la forza per andare avanti e ritrovare almeno in parte la serenità perduta in quel maledetto pomeriggio di due anni fa.

Condannati i due aggressori sessuali

È arrivata infatti la sentenza di condanna del Tribunale di Velletri relativa ai responsabili della brutale violenza sessuale, avvenuta il 16 dicembre 2020, ai danni di una minorenne del posto. La corte ha condannato Massimiliano Bennici, 29 anni, di origini siciliane, a 5 anni e 4 mesi di reclusione.

È un nome conosciuto alle forze dell’ordine: nel 2010, solo 17enne, ammazzò a Siracusa, nell’ambito di una guerra di mafia, Vito Grassi, membro del sodalizio criminale Attanasio-Bottaro. Secondo la ricostruzione del pm Bennici svolse un ruolo di primo piano nella vicenda di Valmontone: fu lui a bloccare la ragazzina e a palpeggiarla nelle parti intime mentre era incitato dall’amico Saleh Arshad, 29 anni, iracheno. Anche per il mediorientale è arrivata una condanna a 3 anni e 8 mesi di carcere. Con loro era stato arrestato dalla polizia di Colleferro un terzo uomo, inizialmente in compagnia dei due aggressori, ma separatosi dal gruppo prima che si consumasse la violenza. Al momento di chiudere l’istruttoria, la Procura aveva chiesto e ottenuto per lui l’archiviazione.

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Secondo le ricostruzioni, la ragazzina era appena scesa dal treno. Dopo un’occhiata di Bennici, i due partirono come bestie lanciandosi all’inseguimento della giovane vittima, tallonandola dalla stazione fino alle porte della sua abitazione. La ragazza venne poi immobilizzata contro un muro e toccata ovunque. Fu salvata dall’intervento provvidenziale di un passante, attirato dalle grida di soccorso della giovane.

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I due responsabili dell’aggressione sono stati anche condannati al risarcimento: dovranno versare una provvisionale di diecimila euro a favore della vittima e di mille euro al comune di Valmontone, oltre a sorbirsi il pagamento delle spese processuali delle parti civili, valutate in circa tremila euro. “Ritengo – ha dichiarato l’avvocato Pier Lorenzo Maggiorelli, difensore della vittima e legale del Comune – che la sentenza sia un piccolo ma significativo passo in favore della cultura del rispetto, contro la cultura della prevaricazione, purtroppo ancora radicata”. Sono due i centri esistenti a supporto delle vittime di violenza: la casa rifugio La Ginestra e il centro di ascolto Il filo di Arianna. “Siamo stati vicini fin dalle prime ore – commenta Floriana Nardecchia, delegata alle politiche sociali – alla ragazza e alla famiglia, li abbiamo incontrati e sostenuti per reagire e denunciare, sempre pronti a sostenere i diritti inviolabili della libertà e dell’autodeterminazione delle donne”.

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