Ragazza violentata in ambulanza: “Mi ha dato delle gocce, poi l’ho sentito su di me”

Ha denunciato il paramedico che ha abusato di lei. Ora la studentessa racconta: “Ero ubriaca e tenevo gli occhi chiusi, ma ho sentito tutto”. 

Aveva bevuto troppo durante una festa e ha avvertito un malore. E l’uomo che avrebbe dovuto prestarle i primi soccorsi si sarebbe invece approfittato di lei. E così Gaetano Notaro, paramedico 36enne e presidente dell’associazione di volontariato «SS Maria del Pozzo», nei giorni scorsi è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale aggravata. La triste vicenda è accaduta nella notte di Halloween tra il 31 ottobre e il primo novembre e la vittima risulta essere una studentessa universitaria barese che aveva preso parte a una festa organizzata al Palaghiaccio di Bari. La violenza avrebbe avuto luogo all’interno di un’ambulanza di prima assistenza parcheggiata all’esterno della struttura dove la giovane – stando agli esiti delle indagini coordinate dal pm Gaetano De Bari, che aveva chiesto l’incarcerazione dell’indagato – sarebbe stata sedata e trattenuta nell’ambulanza per più di due ore. La vittima ha raccontato di essersi sentita male per aver ecceduto coi cocktail. Le prime a soccorrerla sarebbero state delle amiche che poi l’avrebbero accompagnata verso l’ambulanza. “Puoi andare via, ora è in mani sicure” avrebbe detto Notaro a una delle amiche. “Si è approfittato di me che versavo in quelle condizioni, l’ho sentito ansimare, ho sentito il suo corpo sul mio – ha raccontato piangendo la studentessa – ricordo che mentre ero sul lettino il paramedico mi versava dieci gocce in bocca” e poi “di essermi appisolata”. Una volta ripresa conoscenza si sarebbe trovata con l’uomo disteso sopra di lei: “tenevo gli occhi chiusi ma sentivo tutto”, ha detto la ragazza.

I particolari dell’abuso descritti nel dettaglio

La vittima sarebbe stata sedata dal paramedico prima di essere violentata – Meteoweek

Considerata la mole di prove raccolte, il gip che ha emesso il provvedimento di arresto, Rosa Caramia, è convinto che le “dichiarazioni accusatorie della persona offesa sono di per sé attendibili, perché estremamente dettagliate ed intrinsecamente coerenti”. La giovane “ha infatti descritto in dettaglio i particolari dell’abuso subito anche quelli più umilianti fornendo altresì una compiuta descrizione fisica dell’autore della violenza. Ha fornito particolari anche in ordine alle precise circostanze di tempo e di luogo del fatto e alle persone che erano con lei prima e dopo la violenza subita. Ha anche fornito informazioni relativamente al fatto di essersi inizialmente confidata solo con la sorella e alcune amiche” che l’avrebbero persuasa “a rivolgersi ad un centro antiviolenza”. Prima di allora la vittima era stata in silenzio “perché aveva vergogna”.

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È venuto alla luce ancora un altro fatto, cioè che per circa due ore agli amici presenti con lei alla festa sarebbe stato proibito di parlarle o di vederla. “Gli amici hanno concordemente raccontato – riferisce il gip – delle incomprensibili ostilità opposte dall’operatore dell’ambulanza a permettere loro di parlare o vedere” la loro amica “durante il lungo periodo di tempo (circa due ore) in cui è stata tenuta chiusa dentro l’ambulanza con il Notaro”. In più almeno uno dei suoi amici, secondo la ricostruzione degli inquirenti, “ha confermato di aver visto” la studentessa “stesa sul lettino con una coperta addosso mentre dormiva, circostanza che conferma quanto dalla vittima riferito ossia di essersi assopita dopo aver assunto delle gocce somministratele dall’operatore”. A dare ulteriore conferma alle dichiarazioni fornite dalla studentessa ci sono “i certificati medici del cosiddetto percorso rosa che attestano il disagio emotivo vissuto dalla donna nel raccontare la violenza subita, il sentimento di impotenza vissuto in quel momento ma anche l’assenza di alterazioni psicopatologiche”.

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E a riguardo delle esigenze cautelari il gip parla di “concreto pericolo di reiterazione del reato” poiché l’indagato, “residente di una associazione di volontariato che ha fra i suoi scopi l’assistenza alla persona, ha approfittato di tale sua qualità, per abusare di una ragazza in stato di semi incoscienza a causa dell’abuso di sostanze alcoliche. È quindi concreto e attuale il pericolo che egli reiteri le odiose condotte di aggressione alla sfera sessuale, in occasione di feste e altri eventi cui partecipano giovani ragazze. Le modalità della condotta denotano – conclude l’ordinanza del gip – l’incapacità dell’indagato di tenere a freno i propri turpi istinti, avendo dato sfogo ai suoi desideri sessuali abusando di una ragazza in stato di incoscienza e affidata alle sue cure”. Nell’interrogatorio di garanzia il paramedico ha contestato le accuse rivoltegli e ha chiesto la revoca dell’arresto, ma il gip ha rigettata la sua richiesta. Impugnata l’istanza davanti al Riesame. Nel provvedimento il giudice mette in risalto che a carico del 36enne “risultano denunce per stalking e una violenza sessuale ai danni di una minorenne (sebbene non si conosca l’esito del procedimento)”.

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