Ucraina: morti e bombardamenti a Malyn e Okhtyr, la Turchia prova a mediare

A breve si incontreranno in Turchia i Ministri degli Esteri di Russia e Ucraina. È il primo incontro dallo scoppio della guerra

Non si arresta la guerra in Ucraina, arrivata al quattordicesimo giorno dall’offensiva russa, e con essa lo stillicidio di vite umane spezzate. Ieri sera cinque persone, tra cui anche due bambini, sono morte a causa dei bombardamenti arei russi nella città di Malyn, nella regione di Zytomyr. Lo riferisce Ukrinform, citando fonti ufficiali ucraine che parlano anche di sette case distrutte dai razzi. Nella notte è stata bombardata anche la zona di Okhtyr: gli attacchi qui hanno ucciso almeno una persona e ferito altre 14. La denuncia parte delle autorità di Sumy, riferisce il Guardian. Ci sarebbero anche dei dispersi. Sotto attacco anche le infrastrutture civili: colpite una stazione, un palazzo del governo e svariati esercizi commerciali. Nella serata di ieri Iryna Vereshchuk, vice premier dell’Ucraina, ha dato conferma dell’evacuazione da Sumy di circa 5 mila cittadini ucraini e 1.700 studenti stranieri. La città, situata nella parte nord-orientale del paese, dista solo 30 km dal confine russo. Lo riporta l’agenzia Unian.

In Turchia si incontrano i ministri degli Esteri di Russia e Ucraina. Ma le sirene per ora non si fermano


Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e l’omologo Dmytro Kuleba. Domani dovrebbero incontrarsi in territorio turco – Meteoweek

La Turchia cerca di mediare. Confermato l’incontro in terra turca tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e l’omologo ucraino Dmytro Kuleba. Al colloquio prenderà parte anche Mevlut Cavusoglu, ministro degli Esteri turco, che ha proposto l’incontro. È il primo incontro tra i ministri degli Esteri delle due nazioni belligeranti dopo l’inizio della guerra. L’incontro dovrebbe tenersi domani ad Antalya, dove venerdì è in programma il Forum della diplomazia.

Mentre la diplomazia gioca le sue carte, il conflitto sul campo prosegue la sua corsa facendo suonare le sirene a Kiev e in altre città dell’Ucraina, riporta la Bbc. Allarmi anti aerei anche a Kharkiv e Vinnytsia dove – lo rende noto The Kyiv Independent – è scattato l’allarme per gli attacchi aerei: i cittadini hanno dovuto trovare riparo nei rifugi.

Le truppe ucraine comunicano di aver ancora il controllo della capitale malgrado l’offensiva russa nel corso della notte. Continuano i combattimenti in varie aree dell’Ucraina. In particolare a nord e nel nordest a Polisky e Volyn. Si combatte anche a Nizhyn, Ivanytsia, Trostyanets e nella città di Chernihiv. Lo comunica, dice il Guardian, lo stato maggiore ucraino. A sud, secondo le forze armate ucraine, si cerca di mettere al sicuro “aeroporti e infrastrutture cruciali”.

Banca centrale russa ferma i prelievi di contante in valuta estera per importi superiori ai 10 mila dollari

Dalla Banca centrale russa arriva lo stop ai prelievi di valuta estera superiori ai 10 mila dollari. Da adesso le banche russe non potranno più dare ai clienti contanti in valuta straniera per importi che superino i 10 mila dollari. La misura si è resa necessaria per mettere un freno all’uso di valuta estera, impennatosi a causa delle sanzioni. La decisione entra in vigore da oggi e durerà per sei mesi. Sarà possibile prelevare il denaro contante solo da conti in valuta estera e nel caso di cifre superiori ai 10 mila dollari il resto della somma sarà corrisposto in rubli al tasso di cambio giornaliero. Nessuna limitazione prevista, invece, per i cambi da valuta estera al rublo.

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Le sanzioni colpiscono soprattutto la classe media russa. Lo ricorda il magnate russo Andrey Yakunin, figlio dell’oligarca Vladimir, ex Kgb un tempo considerato molto vicino al presidente Putin. Interpellato dal ‘Tempo’, Yakunin ha dichiarato la sua contrarietà alla guerra, come del resto molti altri che in Russia si oppongono a un dramma che falcidia inutilmente vite umane.

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Il magnate ha fatto presente che almeno un 20% dei russi fa parte della classe media, viaggia su voli commerciali, sa conversare in una lingua estera, possiede più titoli di studio. È questa fetta della popolazione la più esposta alle sanzioni economiche, non certo i super-ricchi che fanno operazioni dove certo non si usano carte di credito, mentre il resto della popolazione continua con gli scambi monetari interni che proseguono ugualmente. Uscire da questa situazione, conclude Yakunin, “richiederà un duro lavoro”.

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