Assalto a supermercati e benzinai: scene da fine del mondo per due audio su WhatsApp

Due messaggi vocali annunciano uno sciopero di quindici giorni degli autotrasportatori. E si scatena il panico generale in Sardegna.

Sono bastati due vocali su Whatsapp per scatenare il panico e la replica di scene che avevamo visto a inizio pandemia, alla vigilia del lockdown, coi supermercati presi d’assalto da folle  sterminate e ansiogene, gli scaffali svuotati di tutto, le file lunghissime fuori dai supermercati e i carrelli stracolmi di viveri. Ma sono state segnalate anche code di chilometri alle pompe di benzina.

È successo in Sardegna, dove due messaggi vocali circolati su WhatsApp avevano annunciato uno sciopero generale di 15 giorni da parte degli autotrasportatori. Tanto è bastato per attivare la psicosi collettiva nell’isola e la caccia frenetica a cibo e carburante.

Ci sarà uno sciopero degli autotrasportatori, ma non il blocco di quindici giorni

Uno degli audio circolati su WhatsApp – e attribuito a un sedicente autotrasportatore – diceva così: «Signori buongiorno, sappiate che da lunedì i camionisti incroceranno le braccia per quindici giorni, quindi organizzatevi perché presto non arriverà più merce da nessuna parte. Fatevi subito la spesa, non è uno scherzo, ma una cosa serissima».

LEGGI ANCHE -> Covid, allentano le restrizioni: sì parenti in ospedale e snack nei cinema

Ma dalla grande distribuzione, fa sapere il quotidiano “La Nuova Sardegna”, non arrivano toni allarmistici. Allo stato attuale non risultano affatto difficoltà di approvvigionamento. In Sardegna c’è invece in previsione, questo sì, uno sciopero degli autotrasportatori annunciato per lunedì, dove a fermarsi saranno in 350 per protestare contro il caro carburante.

LEGGI ANCHE -> Morta dopo 10 anni di coma la donna massacrata dal marito

Ci sarà dunque lo sciopero degli autotrasportatori. Ma non il blocco generalizzato di 15 giorni che ha scatenato l’allarmismo in tutta l’isola. Quanto ai messaggi vocali circolati su WhatsApp che incitavano a fare la scorta, il segretario Filt Cgil Arnaldo Boeddu ha fatto presente che siamo davanti a «un messaggio di un lavoratore disperato che sta annunciando qualcosa di illegale. Vietare i beni di prima necessità è un reato, non è possibile privare la popolazione dei beni primari».

Impostazioni privacy