Ucraina, Sasha: a Roma la bimba senza braccio simbolo della guerra

È diventata, suo malgrado, uno dei simboli della guerra in Ucraina. Parliamo di Sasha, la bimba di 9 anni che ha perso un braccio a Kiev dopo essere stata colpita nell’attacco in cui è rimasto ucciso suo padre. La piccola si era rifugiata in cantina assieme alla madre, ma dopo alcuni giorni il braccio le è andato in cancrena. In ospedale purtroppo non c’è stata altra soluzione che l’amputazione.

La sua foto in ospedale, a letto senza un braccio, è diventata virale in tutto il mondo rendendola uno dei simboli del conflitto.

Ora Sasha è giunta in Italia, ospitata a Roma dalla casa Palidoro della Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald.

Sasha, la bimba di 9 anni che ha perso un braccio e il papà a Kiev per colpa di una sparatoria – Meteoweek

Perdere un braccio in questa maniera è doloroso, ma ancor di più lo è se l’amputazione si è resa necessaria a causa del “ritardo dei soccorsi dovuto all’impossibilità di spostarsi”, fa osservare ad Adnkronos Maria Chiara Roti, direttore generale della Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia.

La piccola avrà bisogno di un lungo periodo di cure

Casa Ronald Palidoro, che ospiterà Sasha e la sua famiglia per il lungo periodo delle cure – Meteoweek

Sasha, arrivata due giorni fa a Roma con la mamma e la zia, adesso è seguita da un’operatrice della fondazione che trascorre la giornata con la bambina e le suona il pianoforte. La piccola è seguita anche dall’interprete e dal mediatore culturale. Stamattina invece Sasha è stata visitata in ospedale. L’iter di cure che dovrà affrontare sarà piuttosto lungo e la bambina e la sua famiglia saranno ospitate da Casa Ronald che ha assicurato la propria disponibilità.

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La Fondazione, che in estate aveva già accolto gli esuli in fuga dall’Afghanistan, si è attivata anche per l’emergenza umanitaria in Ucraina, assieme all’ospedale partner, il Bambino Gesù, per accogliere le famiglie ucraine.

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Attualmente le due case Ronald nella capitale ospitano quattro famiglie provenienti dall’Ucraina, compresa quella di Sasha. Ma il numero degli ospiti appare destinato a crescere: “Il Bambino Gesù lunedì notte ha accolto nuove famiglie e, dopo che i bambini avranno fatto i primi controlli medici, per i prossimi giorni ci aspettiamo l’ingresso progressivo nella casa di altre 4-5 famiglie”, ha fatto sapere la direttrice Roti.

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