Il bunker anti-atomico più grande d’Italia: il piccolo comune che lo ospita

La paura di una nuova guerra globale con il rischio dell’utilizzo di bombe atomiche, fa tornare di moda la vendita di bunker antiatomici in Italia. Ecco quello più grande che abbiamo nel nostro Paese.

Può ospitare oltre mille persone e resistere ai danni di una bomba cinque volte più potente di quella utilizzata su Hiroshima nel 1945. E’ il bunker che si trova ad Affi, piccolo comune in provincia di Verona.

Del resto con la guerra in Ucraina e il rischio che possa degenerare in un conflitto mondiale con l’utilizzo di armi atomiche, il tema dei rifugi antiatomici è tornato in gran voga e West Star, questo il nome del sito, diventa un luogo di interesse per la popolazione.

Questo bunker fu costruito nei primi anni ’60 nel monte Moscal ed è il più grande che si possa trovare in Italia. Ha ospitato fino alla fine degli anni ’80 la base protetta della Nato. Si trova a 150 metri di profondità, è grande 13mila metri quadri e oggi è di proprietà del comune di Affi.

UN BUNKER MOLTO RESISTENTE

Per il generale Gerardino De Meo, ex comandante Nato ed ex comandante di West Star “Il bunker era stato costruito per ospitare fino a mille persone. Purtroppo, però, vanno rimessi in funzione almeno gli impianti indispensabili, quali la chiusura ermetica delle porte antiatomiche e tutto l’impianto di areazione che permetterebbe la respirazione alle persone per molti giorni“.

Veduta di Affi e del monte Moscal

Davvero questo posto sarebbe in grado di proteggere le persone da un attacco nucleare? “Il bunker di Affi resiste a 100 chilotoni, ma le bombe di adesso possono raggiungere 10 megatoni, vale a dire cento volte di più dei 100 chilotoni. E se si pensa che quella sganciata su Hiroshima era di 15 chilotoni, fate voi il conto. Ma anche venissero usate bombe meno potenti, dai 40 ai 70 chilotoni, basta una di queste per spazzare via una città come Milano” afferma il generale.

COSTI ECCESSIVI

Marco Giacomo Sega, sindaco di Affi, precisa che per rimettere in funzione il bunker “ci vogliono un sacco di soldi. Ma soprattutto non si può fare dall’oggi al domani, ci vuole almeno un anno. Crediamo, però, che in caso di bisogno lo si possa usare per qualche giorno come rifugio contro i bombardamenti tradizionali, ma riattivarlo in poco tempo a scudo nucleare è impensabile“.

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