Creano un gruppo WhatsApp per deridere un bimbo autistico: nel mirino le maestre elementari

Creano un gruppo WhatsApp per deridere un bimbo autistico: nel mirino le maestre elementari di una scuola di Roma. La denuncia è stata segnalata dall’associazione “La Battaglia di Andrea”. La mamma: “Sono rimasta sconvolta e incredula”.

maestre creano un gruppo WhatsApp per deridere un bimbo autistico - meteoweek 20220405
maestre creano un gruppo WhatsApp per deridere un bimbo autistico – meteoweek.com

Vergogna e indignazione a Roma. Secondo quanto viene riportato dal comunicato de “La Battaglia di Andrea“, associazione che tutela i diritti delle persone disabili, un gruppo di maestre elementari avrebbe creato un gruppo su WhatsApp per offendere e deridere un loro alunno, un bimbo autistico di sei anni. Le docenti, sia di ruolo che di sostegno, avrebbero addirittura esultato quando il bambino, rimasto contagiato dal Covid-19, era stato costretto a rimanere a casa, in isolamento.  A segnalare la vicenda all’associazione, viene spiegato nel comunicato, sarebbe stata la mamma del piccolo – a sua volta avvisata da una operatrice educativa per l’autonomia.

“Quando mi fece leggere i messaggi rimasi sconvolta e incredula”

“In una scuola di Roma situazione gravissima nei confronti di un bambino autistico! La mamma si é rivolta a noi per essere aiutata. Vi terremo”, si legge in un post di qualche giorno fa, pubblicato su Facebook dagli amministratori della pagine di “La Battaglia di Andrea”. Ciò a cui il post si riferisce, si è infine appreso, è il vergognoso caso che vede protagonista – e vittima – un bambino di appena sei anni. Il piccolo, affetto da autismo, frequenta una scuola elementare della Capitale. Una scuola dove le sue maestre, sia di ruolo che di sostegno, hanno creato un gruppo su WhatsApp per deriderlo e offenderlo.

Una situazione che ha dell’assurdo. Persino la madre non riusciva a credere di quanto stesse succedendo alle spalle del figlio. La donna è stata avvisata dell’episodio da un’operatrice educativa per l’autonomia. “Quando mi fece leggere questi messaggi rimasi sconvolta e incredula. Mi sono recata subito a scuola per chiedere spiegazioni, ma l’insegnante di sostegno si è rifiutata di rispondermi”, ha raccontato la donna, che ha subito segnalato la vicenda all’associazione.

La stessa associazione, nel frattempo, si sta muovendo su più fronti per risalire alle eventuali responsabilità dei fatti. “Se quanto raccontato dalla mamma dovesse corrispondere a verità sarebbe gravissimo“, ha spiegato Asia Maraucci, presidente de “La Battaglia di Andrea”. L’associazione, tuttavia, è fiduciosa, e confida “che la scuola chiarirà la situazione”. Agli organi competenti viene chiesto di fare “il proprio dovere, soprattutto per il bene del piccolo”. Ma ad “affilare le armi” sono anche gli stessi membri de “La Battaglia di Andrea”. “Da parte nostra e da parte del nostro legale, Sergio Pisani, c’è tutta l’assistenza alla famiglia, e soprattutto al piccolo”, ha infatti concluso Maraucci.

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