Niente più mascherine al chiuso da maggio? Costa:«Dall’obbligo alla raccomandazione», ma rimangono sui mezzi pubblici

Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, in merito alla possibilità di togliere l’obbligo delle mascherine da maggio, ha detto:«Per quanto riguarda le mascherine al chiuso credo ci sono le condizioni per trasformare l’obbligo in una raccomandazione»

È ormai da tempo che si parla dell’addio all’uso delle mascherine al chiuso a partire dal mese di maggio. A questo proposito, il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, intervistato su RaiNews a Pomeriggio24, spiega:«Per quanto riguardo le mascherine al chiuso credo ci sono le condizioni per trasformare l’obbligo in una raccomandazione. È chiaro che stiamo valutando alcune specifiche condizioni, pensiamo ai mezzi di trasporto, metropolitane, treni autobus.

E in quei luoghi forse sarebbe opportuno prolungare ancora un pochino l’obbligo di tenere le mascherine. Ma credo che, per tutto il resto, sia giunto il momento di dare fiducia agli italiani. E sono convinto che anche se togliamo l’obbligo delle mascherine al chiuso, ci saranno molti cittadini che continueranno a indossarle quando riterranno che ci possa essere un pericolo».

Mascherine-Meteoweek.com

Costa sottolinea che «dopo due anni di pandemia, dopo due anni di regole, di restrizioni, da parte dei cittadini ci sia una consapevolezza. Ricordo che, nonostante ormai da due mesi abbiamo tolto l’obbligo delle mascherine all’aperto, ci sono molti concittadini che le indossano perché sono consapevoli che, comunque, rappresentano uno strumento di protezione».

In merito a una eventuale quarta dose di vaccino contro il Coronavirus, il sottosegretario ha spiegato che su questo tema «si è espressa l’Ema e attendiamo che si esprima l’Agenzia italiana del farmaco Aifa, ma è ragionevole pensare che possa essere prevista una quarta dose per i più anziani over 80. Questa è però una scelta che la politica farà sulla base delle evidenze scientifiche».

E sulle dosi di vaccino per i profughi che vengono dall’Ucraina, Costa chiarisce che finora, «da parte delle Regioni non abbiamo particolari segnalazioni di criticità, ma è una situazione che va monitorata in quanto è giusto offrire accoglienza e assistenza, ma sulla vaccinazione dobbiamo essere rigorosi e creare le condizioni affinché chi non si è vaccinato si sottoponga alla vaccinazione. È un elemento di garanzia e tutela per loro, ma ovviamente anche per la nostra comunità che li accoglie».

Costa spiega che ai profughi ucraini viene data un’assistenza sanitaria totale, «mettendo loro a disposizione non solo i vaccini anti-Covid. Ricordiamo che arrivano da una nazione con una bassa percentuale di vaccinazioni, parliamo del 30-35%, anche per altre patologie, dal morbillo alla polio. Per questo garantiamo anche altre tipologie di vaccini oltre all’anti-Covid».

Impostazioni privacy