Maxi frode da 440 mln sui sostegni Covid, Finanza recupera il 97% della truffa

A inizio 2022 la Guardia di Finanza aveva smascherato una maxi truffa ai danni dello Stato: frodate parecchia centinaia di migliaia di euro.

Ma le attività di indagine sono proseguite per recuperare le somme trafugate illecitamente. E ora sono arrivati i frutti di quello sforzo.

In gennaio le Fiamme Gialle di Rimini avevano messo a segno una maxi operazione. Era stato smantellato un vasto sodalizio criminale composto da 56 associati e 22 prestanome. Una organizzazione con base operativa a Rimini ma ramificata in tutta la penisola. Stando alle indagini, i malviventi avevano frodato lo stato per 440 milioni di euro.

La frode fiscale avveniva commercializzando falsi crediti di imposta. I criminali sfruttavano le misure di sostegno introdotte col Decreto Rilancio per sostenere le imprese e i commercianti in crisi nel momento più acuto della pandemia.

Era partita così una ingente operazione. Erano stati coinvolti 44 reparti della Guardia di Finanza, più di 200 militari erano stati mobilitati. Alla fine il dispiegamento di forze aveva prodotto 35 misure cautelari e più di 80 perquisizioni in almeno 12 regioni italiane, dal Nord al Sud del paese. In dodici erano finiti agli arresti.

Recuperato il 97% della frode

Tra i beni confiscati dai finanzieri molti fondi in moneta virtuale – Meteoweek

Lo sforzo successivo consisteva nel recuperare il più possibile delle somme sottratte illegalmente. Un impegno che adesso ha portato i suoi frutti. Il sequestro di 175 apparati informatici trovati nel corso delle perquisizioni ha permesso infatti di recuperare il 97% della frode. Le Fiamme Gialle sono riuscite così a bloccare immobili, società, veicoli e fondi finanziari e crediti prima che i beni venissero venduti. Un totale di 305 milioni di euro di crediti sequestrati.

Tra i beni confiscati dai finanzieri molti fondi in moneta virtuale come le criptovalute. Ma anche oro, platino e orologi custoditi in una cassetta di sicurezza in Austria. Le indagini hanno confermato i reati di riciclaggio contestati a suo tempo a cinque indagati. Per questa ragione il gip ha disposto un secondo sequestro preventivo di immobili, quote societarie e veicoli per un totale di 9,7 milioni di euro.

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